FilmUP - Recensione: Uncut

Uncut - Member only
Dopo un incidente, Ciccio (Franco Trentalance), è immobilizzato a letto con una lesione al bacino e non può muoversi. La sua ossessione consiste nel trovare una donna con cui avere un rapporto sessuale e così scorre la sua agenda personale. Intanto la sua fidanzata è scomparsa e lo stesso Ciccio è il principale sospettato per la polizia.

Uncut, girato in Alta Definizione, è un unico piano sequenza tra le gambe del protagonista, con il membro di quest'ultimo quasi costantemente in primo piano. Trentalance in pratica recita unicamente con le mani e con la "principale fonte del proprio sostentamento" (è un attore hard). Per il resto si caratterizza per un unico punto di vista e per le voci fuori campo. Il film è stato girato in un unico giorno con quattro giorni di prove, e comunque risulta piuttosto curato dal punto di vista tecnico. Uncut è stato presentato in vari festival tra cui Locarno e Fort Lauderdale negli Stati Uniti dove è stato accolto piuttosto bene. In Italia la distribuzione ha avuto notevoli problemi anche per la natura estrema e sperimentale della pellicola che quindi per ora uscirà in un'unica sala nella sola città di Roma. Naturalmente è difficile pensare che i produttori possano coprire le spese sostenute, pari a duecentomila euro. Una cifra comunque ragguardevole visti i tempi e le modalità della lavorazione.

Naturalmente vedere per 78 minuti un membro virile che viene manipolato e maltrattato nei modi più vari e pittoreschi può essere uno "spettacolo" non sopportabile da tutti gli stomaci. Alcuni passaggi possono inoltre risultare patetici o semplicemente noiosi, ma chi ha pazienza potrà forse trovare qualche spunto originale o divertente. Trentalance ha dichiarato "dopo aver girato oltre trecento film hard, questo è stato il primo film in cui non ho avuto l'ossessione dell'erezione, e questo è stato molto rilassante". In ultima analisi, se proprio ci si vuole sottoporre alla visione di questo film, meglio farlo lontano dai pasti.

La frase: "Abbiamo trovato l'arma del delitto: è tra le sue gambe".

Mauro Corso

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