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Toy Story 4

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Rosanna Donato29 giugno 2019Voto: 8.0
 

  • Foto dal film Toy Story 4
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Pronti per una nuova, esilarante e commovente avventura targata Disney? Il film d’animazione “Toy Story 4”, diretto da John Lasseter e che vede nel cast vocale originale, tra i tanti, Tom Hanks, Patricia Arquette e Keanu Reeves, è disponibile alla visione. La pellicola animata racconta di Woody alle prese con una missione difficile, da gestire e da portare a termine: Bonnie, la sua nuova padrona, per superare la paura del primo giorno di asilo costruisce un nuovo giocattolo con la spazzatura, Forky. Una forchetta particolare, che diventa fin da subito una priorità nella vita della bambina. Cosa accadrebbe, però, se qualcuno o qualcosa ostacolasse il rapporto tra Forky e Bonnie? Woody e i suoi compagni si alleeranno per far sì che ciò non succeda. Ci riusciranno?

“Toy Story 4” chiude la serie animata iniziata nel 1996 con “Toy Story - Il mondo dei giocattoli”, e lo fa nel modo giusto, mescolando adeguatamente action e comedy, due generi che uniti sapientemente possono aprire e far conoscere un mondo meraviglioso. La struttura, per quanto riguarda la perfetta armonia tra i due generi appena citati, ricorda quella delle pellicole targate Marvel, dove le scene, anche quelle più violente e piene di azione, vengono smorzate da una battuta volta ad alleggerire la sequenza, tanto da rendere i suoi film adatti ad ogni tipologia di pubblico. La stessa cosa accade in “Toy Story 4”, anche se a livello di suspense rende molto meno. Da questo punto di vista, infatti, il film d’animazione pecca di prevedibilità e di poco movimento, ma ciò non rovina la riuscita della pellicola, che -nonostante sia destinata a bambini - riesce a coinvolgere emotivamente anche gli adulti.

Un umorismo ben definito e ricco di sfumature, un’ironia forte che non sfocia mai nel volgare, quella che utilizzano i personaggi di “Toy Story 4”, che non solo sono in grado di sviluppare una buona dose di empatia nello spettatore, ma anche di commuovere e divertire il pubblico in sala. Insomma, l’ironia in questo film d’animazione la fa da padrona, insieme alla bravura del cast vocale (italiano). Tra le nuove voci del progetto ricordiamo Luca Laurenti, voce (inconfondibile) di Forky, Corrado Guzzanti (Duke Caboom, nuovo personaggio da cui emerge uno dei messaggi più importanti del film, anche se banale, e che ricopre il ruolo del bellimbusto), e Angelo Maggi, che ha preso il posto del compianto Fabrizio Frizzi, voce storica di Woody. Mentre Riccardo Cocciante ci riporta nel passato con la celebre canzone “Hai un amico in me” e ci tiene attaccati allo schermo con il nuovo brano “Non permetto”.

Nella pellicola emergono diversi messaggi su cui sarebbe bene soffermarsi: il primo, e forse il più banale, è “l’unione fa la forza”. È come se tutto il mondo dei giocattoli fosse lì per aiutare Woody. Ognuno fa la sua parte, ognuno a un ruolo ben preciso, ognuno contribuisce all’unicità della pellicola in modo diverso, ma sempre dandosi forza l’uno con l’altro, nonostante i malintesi, i litigi. Il secondo è “volere è potere”. Se vuoi tanto qualcosa, sconfiggi la paura di non farcela, credi in te stesso e riuscirai ad ottenerla. L’importante è lottare per ciò che si desidera, nel bene e nel male, anche se a volte le cose non vanno come si vorrebbe. Altre volte si arriva a decisioni che mai avremmo immaginato di vedere in “Toy Story 4”. Scelte difficili che rendono liberi, perché spesso la felicità si trova nella libertà di poter decidere chi si vuole essere, come si vuole vivere e cosa voler diventare. C’è anche chi invece cerca solo un po’ di gioia, ma per ottenerla è disposto a tutto, anche a fare del male o comunque a mettere i bastoni tra le ruote al protagonista della storia. Poi, come in tutte le cose, si capisce che tale comportamento è solo carenza d’affetto, di attenzioni, d’amore, e si cerca di trovare una soluzione alternativa per alleviare tutte le mancanze. Un finale, insomma, che vede crescere, maturare i nostri giocattoli, ora in grado di capire che a volte è necessario sacrificare qualcosa per stare bene. Ché poi gli amici non si dimenticano mai, in ogni caso.


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