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Niente velo per Jasira
"Erian è riuscita a scrivere di una giovane ragazza americana dalla parziale discendenza mediorientale alle prese con il tormento della razza e dell’identità, sullo sfondo la Guerra del Golfo, assieme all’intensa esperienza di crescere in un mondo a ritmo sfrenato, ipersessualizzato e senza regole certe".
Così Alan Ball, creatore del serial televisivo "Six feet under", nonché vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura dell’acclamato "American beauty" di Sam Mendes, parla del romanzo "Towelhead" (in Italia "Beduina") di Alicia Erian, da cui ha preso ispirazione per la sua prima prova registica destinata al grande schermo.
Prova registica che vede protagonista la tredicenne arabo-americana Jasira (Summer Bishil), la quale, alle prese con il confuso e a volte spaventoso percorso adolescenziale della crescita, finisce per incarnare, in cerca di affetto e accettazione, la voce principale tra i tanti impegni politici e razziali degli uomini della sua vita: l’austero e violento padre libanese Rifat (Peter Macdissi), con le sue idee all’antica sulle donne, il vicino di casa Travis Vuoso (Aaron Eckhart), riservista dell’esercito pericolosamente affascinante, e Thomas Bradley (Eugene Jones III), compagno di scuola di colore che, più grande di lei, le promette amore nel sesso.
Quindi, mentre la protagonista viene per la prima volta in contatto con preservativi e riviste erotiche maschili e fa la sua entrata in scena anche il personaggio di Melina Hines (Toni Collette), donna che, preoccupata e in dolce attesa, tenta di aiutarla, Ball, senza rinunciare al suo pizzico di humour nero (non sempre digeribile, in verità), racconta ancora una volta di apparentemente puliti universi familiari a stelle e strisce ossessionati da pruriti sessuali e da un più o meno nascosto odio derivante dalle differenze di razza e cultura.
E, come c’era da aspettarsi, l’insieme, uno dei cui punti di forza è il lodevole cast comprendente anche la Maria Bello di "A history of violence" e il Chris Messina di "Vicky Cristina Barcelona", si lascia apprezzare più per lo script e per l’abile costruzione dei vari personaggi che per una regia decisamente nella media.
Con il solo rischio di apparire eccessivamente lungo, a causa soprattutto dei lenti ritmi di narrazione.
La frase: "Ti nascondi dietro la tua innocenza, ti mostri inesperta, ma sai di essere provocante, lo sai che fai eccitare gli uomini".
Francesco Lomuscio
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