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The Ringer - L'imbucato
Quando il proprio giardiniere, assunto in seguito ad un malinteso, perde due dita falciando l'erba del prato, Eddie si ritrova a dover far fronte alle spese per l'operazione. Peccato però che non abbia soldi per farlo, e l'unica idea che riesce ad avere (suggerita dallo zio scommettitore pieno di debiti) è iscriversi alle Olimpiadi per handicappati spacciandosi per ritardato mentale. Smascherato da alcuni atleti, viene da questi aiutato per raggiungere la vittoria una volta espostogli il suo problema. Ed incontrerà anche l'amore...
Creatore (assieme anche a Spike Jonze) e protagonista della serie televisiva di MTV dei "Jackass"( poi anche film) Johnny Knoxville è senza dubbio uno dei personaggi più matti dello star system statunitense. Pazzia testimoniata dal fatto che le avventure che si vedono nella serie sopra citata sono tutte "vere" (parlasi di bagni assieme a coccodrilli, petardi fatti esplodere nelle mutande, salti nel vuoto con la macchina dei campi di golf): nessuna controfigura e nessun effetto speciale. Cicatrici, fratture e denti saltati, questi infatti gli esiti.
Televisivamente perfetto però, tanto è autentico nella sua trasmissione quanto è falso come attore. E così questo passaggio sul grande schermo (non è il primo) nelle vesti di protagonista di un film comico/demenziale apparentemente irriverente come gli scherzi che è abituato a fare, ha proprio nella sua incapacità di essere divertente l'aspetto più debole della pellicola.
Con "The ringer" siamo dalle parti della comicità (per tipologia, non certo per qualità) di "Scemo e più scemo", "Bugiardo Bugiardo" e "Una settimana da Dio". Ed infatti è proprio l'assenza di un Jim Carrey (che sarebbe stato perfetto per questo film) ad essere più pesante dell'interpretazione di Knoxville. Non che il film sia di per se un susseguirsi di situazioni comiche e battute "potically uncorrect", ma la convenzionalità della trama ben si sposa ad alcuni quadretti simpatici incentrati sugli handicap dei protagonisti così come la latente parodia di "Qualcuno volò sul nido del cuculo" (o dello sprinter Maurice Green) genera sorrisi a chi saprà coglierne le analogie.
Un film in definitiva cui purtroppo non hanno creduto gli stessi autori, e che sarà quindi giustamente destinato a perdersi tra i tanti prodotti analoghi usciti negli ultimi anni.
La frase: "Se nasci scemo muori scemo".
Andrea D'Addio
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