The Horsemen
Regista di videoclip per star del calibro di Madonna e U2, nel 2002 lo svedese Jonas Åkerlund aveva fatto conoscere al pubblico il duro, grottesco, intossicante e assurdo sottobosco delle metanfetamine tramite "Spun", suo lungometraggio d’esordio che annoverava nel cast Brittany Murphy, Mena Suvari e Mickey Rourke.
Sette anni dopo, sotto la produzione della Platinum Dunes di Michael Bay, Andrew Form e Brad Fuller, cui si devono i remake di "Non aprite quella porta" e "Amityville horror", Åkerlund torna nelle sale cinematografiche con un thriller poliziesco la cui frase di lancio è: "4 serial killer, 4 modi di uccidere, 1 sola profezia".
Con il volto di Dennis Quaid ("The day after Tomorrow-L’alba del giorno dopo"), ne è infatti protagonista il rancoroso detective della polizia Aidan Breslin, il quale, estraneatosi sempre più dai giovani figli Alex e Sean, rispettivamente interpretati da Lou Taylor Pucci ("Thumbsucker-Il succhiapollice") e Liam James ("Aliens vs predator 2"), dopo la morte della moglie, si trova coinvolto in un’indagine sui perversi omicidi seriali legati alla profezia biblica dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse: il Cavaliere bianco, maestro dell’inganno e leader inatteso che è pronto a tutto per raggiungere i suoi scopi, il Cavaliere rosso, dotato di un’innocenza che nasconde una profonda rabbia interiore, il Cavaliere nero, tiranno manipolativo e oscuro, e il Cavaliere pallido, esecutore dalla forza disarmante, determinato a provocare la morte con precisione chirurgica.
La sceneggiatura di Dave Callaham ("Doom"), quindi, alterna i ritrovamenti dei cadaveri – appesi con dei ganci sullo stile del barkeriano "Hellraiser" – a sequenze in cui viene affrontato il rapporto padre-figlio, tanto che sembra quasi di assistere a una fusione tra "Seven" di David Fincher e "Kramer contro Kramer" di Robert Benton.
Ma, a partire dalla dimenticabile prova del solitamente ottimo Quaid, il film di Åkerlund, che vede tra gli interpreti anche Peter Stormare ("Fargo") e Ziyi Zhang ("Memorie di una geisha"), non tarda a rivelarsi l’ennesimo, evitabile epigono del già classico di Fincher, ulteriormente penalizzato da effetti speciali di trucco non sempre riusciti.
Epigono che tanto ricorda il look di certi "thriller minori" distribuiti dalle nostre parti direttamente in vhs nella prima metà degli Anni Novanta e che, sebbene non manchi di elementi disturbanti tirando in ballo denti strappati, feti e snuff-movie, sembra già pronto per finire in tv tra i gialli Rai del sabato sera.

La frase: "Aidan sono Stingray, hanno trovato un altro cadavere".

Francesco Lomuscio

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