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The door in the floor
Non c'è dolore più grande della perdita di un figlio. E' una lacerazione profonda che niente potrà mai rimarginare: non un altro figlio, non una bella casa, non un luogo stupendo dove vivere, nulla!
Ed è questo dolore che consuma la vita di Ted e Marion, il desiderio di un'altra vita, la nascita di una bellissima bambina non è riuscita a ridare alla famiglia Cole la serenità, il passato domina le loro vite, le foto dei due fratelli morti tappezzano le pareti di tutta la casa, in particolare di un lungo corridoio.
La piccola Ruth di quattro anni ha imparato a memoria tutte le foto, tutti i momenti della vita dei due fratelli, che lei non ha mai conosciuto, ma di cui sente la pesante presenza.
Marion, annichilita dalla tragedia, non riesce a provare più nulla e si ritrova spesso in uno stato semi-catatonico, nei suoi occhi la macchina da presa non scopre che disperazione e buio. Ted si dedica al suo lavoro di scrittore e illustratore di libri per bambini, ad altre donne, alla piccola Ruth, cerca di vivere.
L'arrivo di Eddie, giovane assistente di Ted sarà l'elemento catalizzatore che permetterà ai due coniugi di dare una svolta alle loro vite.
Il regista e sceneggiatore Tod Williams ha lavorato più di un anno per tradurre in immagini le prime 180 pagine del romanzo di John Irving "A Widow for One Year", riuscendo a catturare l'essenza stessa del libro e regalandoci un ottimo film dove riescono a convivere commedia e tragedia, un film adulto, sofisticato ed intelligente, pieno di simbolismi, un'esplorazione del dolore.
La macchina da presa segue, pedina i protagonisti, si aggira per le stanze vuote e li sorprende alle spalle, un elemento estraneo che delicatamente cerca di penetrare nelle loro vite, come se spiasse una realtà che non deve essere avvicinata in maniera troppo diretta e traumatica, entra nel loro dolore ma rimanendone estraneo, il suo compito è quello di mostrare, non d'indagare. Non a caso i personaggi sono spesso ripresi circondati da elementi architettonici, una sorta di quinte, all'interno della quale vivono e si muovono.
I due attori protagonisti Jeff Bridges, ancora alle prese con un personaggio eccentrico e variopinto e Kim Basinger, riescono a rendere perfettamente la felicità passata e mai dimenticata di Ted e Marion, il loro dolore e la loro incapacità di trovare una via d'uscita a questa situazione. Sarà proprio Marion, a decidere per tutti, a farsi carico del passato, lasciando Ted e Ruth liberi di poter vivere il presente.
La frase: "Ho sentito un rumore come di qualcuno che cerca di non fare rumore".
Elisa Giulidori
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