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Danza di sangue
Cominciamo dal titolo e da una domanda spontanea? Perché passare da uno che rievoca passi di danza come movimenti tra i due antagonisti (il poliziotto ed il terrorista), ad un altro che ci svela la locazione del tanto ricercato terrorista?
John Malkovick, in questa sua pellicola d'esordio alla regia, si circonda di attori europei (forse costano meno) per allestire una sorta di giallo, caccia all'uomo dai risvolti tragici. L'esito finale? Beh, il consiglio migliore viene dagli incarti delle gomme: "ritenta, sarai più fortunato!".
Rejas (Javier Bardem / "Carne Tremula") è un uomo dallo spirito ancora integro nel marciume che sembra avvolgere lo staterello sudamericano in cui si trova. Un pò contadino, un pò avvocato, un pò guardia del corpo un pò poliziotto un pò sposato ed un pò innamorato (sembra quasi un personaggio di Chandler), questo il mix di un uomo tra luci ed ombre.
L'ispirazione nasce da un romanzo di Nicholas Shakespeare in cui si narra della cattura dei uno dei leader di Sendero Luminoso negli anni ottanta. Malkovich provvede alla decontestualizzazione del tutto, privandoci apparentemente dei riferimenti geografici ed ideologici (a parte il fatto che parliamo del quarto pilastro del marxismo!), ma senza riuscirci troppo, anzi gli unici addentellati che vanno realmente smarriti sono quelli narrativi. Ci troviamo più volte di fronte a salti e passaggi che lasciano a dir poco perplessi. Noi ci siamo potuti avvalere di quella preziosa mappa che è il riassunto del "press-book", ma gli spettatori?
Tornando a bomba (è proprio il caso di dire), il nostro bravo ispettore è sulle tracce di un terrorista che terrorizza, appunto, la capitale con attentati sparsi tesi a destabilizzare il governo. Chiuso nella morsa tra i suoi superiori, il regime militare ed il suo senso del dovere, Rejas ha poco tempo per mettere un freno all'ondata di panico.
Ma cosa c'entra allora la relazione con la maestra di danza della figlia: Yolanda (Laura Morante / "La Stanza del Figlio"). Benché sia chiaro che non si tratta della figlia del Corsaro Nero, è senz'altro evidente il suo coinvolgimento. Sarà forse il pasticciaccio filosofico (vengono citati Socrate, Platone, Kant e, ovviamente, Marx oltre ad un volo d'uccello sulla Bibbia e sul profeta Ezechiele - Lupo?) ad obnubilare la mente e le capacità cognitive del solerte detective? A questo punto non resta che sorbirsi i restanti cinquanta minuti che occorrono a quel geniaccio di Rejas per capire ciò che era chiaro ai più.
Purga finale il saggio di danza della figlia, dai toni riconciliatori, che ci tiene incollati per altri cinque minuti sulla sedia rimirando le "agili" evoluzioni della bambina (d'altronde se aveva imparato danza dalla Morante non c'è da stupirsi della sua bassa qualità).
Un film dal ritmo messicano che vuole denunciare tutte le forme di terrorismo. Quello esplosivo dei rivoluzionari, ma anche quello detentivo dei miliziani.
Curiosità: l'ultimo film di Venezia 59.
Indicazioni: Per mettere a letto i bambini quando non ci vogliono andare.
Das & Salvi
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