The Box - C'è un regalo per te...
Sono lontani i tempi di Donnie Darko, ma il regista e sceneggiatore Richard Kelly non ha perso il vizio: la sua cifra stilistica è quella di raccontare storie dai mille dettagli interpretativi, un misto di fantascienza e thriller che cerca di tenere inchiodato lo spettatore alla poltroncina fino alla fine. Ci riesce anche con "The Box"? Sì, ma non completamente. Serve però un accenno di trama per andare più in profondità.
Una benestante e felice coppia con figlio vive una di quelle giornate "no" che preannunciano grandi cambiamenti. Lei viene licenziata, lui non viene scelto per diventare astronauta come invece aveva sempre sognato e pianificato. A casa ricevono la visita di un misterioso signore con una scatola, la box del titolo. Sopra c’è un pulsante, se lo premeranno una persona nel mondo morirà all’istante, ma loro avranno una grossa cifra in denaro. Hanno ventiquattro ore di tempo per decidere. Meglio essere ricchi o non avere, neanche lontanamente, il peso della morte di qualcuno?
Kelly è abile nel costruire un continuo gioco di misteri e ambiguità.
Le caratterizzazioni fisiche dei suoi personaggi (dal piede della Diaz al volto del mediatore) così come le ambigue frasi e apparizioni dei personaggi di contorno, servono a creare quelle giuste e criptiche atmosfere che tengono alto il livello della tensione. Allo stesso tempo però, proprio l’eccesso di questi elementi, finisce con il creare un po’ di confusione nella seconda parte della pellicola.
Non si hanno punti di riferimento e il tanto non spiegato invece di rendere partecipe lo spettatore, rischia di respingerlo. E’ un peccato visto che il finale raccoglie nel migliore dei modi lo spunto iniziale, lasciando l’amaro in bocca per l’occasione mancata. Quel continuo gioco di scelte (un modo di fare che ci appartiene a tutti: chi non ha mai domandato ad un amico: "Per un miliardo, ti butteresti nel Tevere?" o cose del genere) seppur inserito in una cornice fantastica, è un dilemma che appartiene a tutti noi.
Il coraggio di Kelly, sia nello sfarzo delle scenografie che nelle soluzioni narrative e nei movimenti di macchina, è degno di un regista che non vuole accontentarsi e già per questo va premiato. In quest’amalgama senza strutture portanti, fatta più di suggestioni che di razionalità, Cameron Diaz, Jason Marsden e soprattutto Frank Langella riescono a dare credibilità ai propri personaggi. Per loro, una bella prova da attori.


La frase: "Ho un’offerta da fare. Se premi il bottone accadranno due cose. La prima: qualcuno che non conosci in qualche parte del mondo morirà. La seconda è che riceverai un pagamento di un milione di dollari. Hai 24 ore".

Andrea D'Addio

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