Un anno da leoni
"The Big Year" questo è il vero titolo di una commedia piacevole, non impegnativa, basata sulla famosa competizione americana "Bird-Watching", una gara per cui ogni anno centinaia di persone si spostano su e giù per il nord America nel tentativo di avvistare uno o più volatili rari. Il premio? Non vi è un premio in denaro, solo fama e onore.
Come sempre in Italia i titoli però vengono letteralmente stravolti, tanto che in questo caso pare appartenere al filone delle avventure di Bradley Cooper e compagni del celebre: "Una notte da leoni", ebbene in realtà sono due arrangiamenti, due filoni e due temi completamente diversi e antitetici.
"Un anno da leoni" diretto da David Frankel, già regista di "Il diavolo veste Prada" e "Io & Marley", è l’adattamento del romanzo "The Big Year: A Tale of Man, Nature and Fowl Obsession" di Mark Obmascik del 1988. E’ in sintesi una simpatica commedia in stile americano, che mostra il rapporto che nasce fra tre uomini, decisamente diversi per stili di vita, cultura ed età, ma proprio grazie a questa reciproca conoscenza cambieranno. L’adattamento ad opera di Howard Franklin sembra garantire, insieme al nome del regista, il successo della pellicola, per non parlare di un cast di tutto rispetto formato da Owen Wilson, Steve Martine e Jack Black, oltre a Rosamund Pike, Rashida Jones, Joel McHale e Anjelica Huston, però….nonostante tutti i pronostici e un budget di circa 41 milioni di dollari, in America purtroppo ha incassato solo 7 milioni di dollari. "Un anno da leoni" è stato un vero e proprio flop che nessuno si sarebbe mai aspettato.
I dialoghi sono gradevoli, ma, a parte qualche battuta, non conquistano e non fanno ridere di cuore, dal punto di vista dei paesaggi e delle riprese naturali l’opera non brilla, anzi nonostante il tema vengono mostrati davvero pochi volatili. L’opera quindi non si salva nemmeno a livello "documentaristico", ma si sfilaccia in ogni suo livello di lettura, apparendo lenta e abbastanza noiosa nell’insieme, caratterizzata da un’assenza quasi totale di colpi di scena. Cosa per giunta sconcertante è che l’incipit in realtà spinge lo spettatore a pregustare grandi cose, non solo a livello di dialoghi, ma soprattutto visivo. Come spesso accade quindi la pellicola parte con un ritmo allegro e scoppiettante presentando i tre protagonisti e le regole della competizione, ma improvvisamente si smorza fino a perdere interesse e diventare una mera chiacchiera visiva. Dal punto di vista recitativo nulla da eccepire alle doti dei tre protagonisti che però sembrano soffrire, rinchiusi in un personaggio che non sentono come proprio, con dei limiti molto forti che affievoliscono la caratterizzazione a livello psicologico.
La frase:
"Questa è una storia vera. Solo i fatti sono stati cambiati. Amo gli uccelli. Certo, ti svegliano al mattino... o ti rovinano la frutta in giardino. E a volte, naturalmente, cagano sulla tua auto. Ma sono bellissimi...e volano. E sono capaci di cose incredibili".
a cura di Federica Di Bartolo
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