St. Vincent
Vincent (Bill Murray) è un pensionato al verde che si divide tra le bevute al bar, le scommesse all’ippodromo e le compagnie dell’incinta amica-prostituta Daka (Naomi Watts). Dopo un’ennesima sbronza, si sveglia una mattina con i rumori di un’imbranata coppia di operai di una ditta di traslochi e scopre di avere due nuovi vicini: l’appena separata Maggie (Melissa McCarty) e suo figlio Oliver (Jaeden Lieberher). Maggie, dovendo ormai mantenere da sola l’economia familiare, lavora più del previsto, e, prima per fatalità, poi attraverso un accordo economico (11 dollari l’ora, pasti esclusi), decide di affidare suo figlio al nuovo “baby-sitter”: Vincent. Oliver sembra capire veramente e fino in fondo sin da subito il burbero vicino, e presto tra i due si instaurerà un rapporto di singolare complicità. Vincent porta Oliver nei suoi giri quotidiani non sempre adatti ad un bambino della sua età, facendolo sedere al bancone del bar, insegnandogli a scommettere e a picchiare (per difendersi) e soprattutto portandolo in un ospizio a trovare una donna malata di Alzheimer con la quale Vincent si finge amorevolmente dottore. Seppur in modo anticonvenzionale e tutto suo, Vincent sembra insegnare delle cose di valore al ragazzino, che recepisce e si diverte. Quando però Maggie verrà a conoscenza delle esperienze fatte dal figlio e quando alcuni creditori di Vincent inizieranno a farsi più insistenti e invadenti, le cose inizieranno a complicarsi...
Theodore Melfi, dopo svariati anni di cortometraggi e soprattutto spot di successo esordisce da regista e sceneggiatore sul grande schermo con una storia che prende parziale spunto da un fatto autobiografico. Lo fa con una scelta molto “italiana”, quella della commedia, anche se di italiano l’opera ha molto poco, a partire dal budget (13 milioni di dollari) per arrivare al cast (un’opera prima con Bill Murray, Naomi Watts e Melissa McCarty sembra una chimera).
Il risultato è un film riuscito: St. Vincent è una pallicola godibilissima e adatta a tutti, che fa della semplicità narrativa e della linearità una scelta quasi programmatica. Per una regia che non offre soluzioni di particolare rilievo, va segnalata una sceneggiatura simpatica e ben scritta, capace di rendere il film frizzante in tutti i suoi 102 minuti. Se però St. Vincent è un lavoro riuscito lo si deve alle prestazioni attoriali. Si potrebbe essere portati a pensare che il film si regga esclusivamente sulle forti e ben allenate spalle di Bill Murray, non è completamente così. Se infatti, l’ex Ghostbusters è lo sgabello dove lo spettatore comodamente si siede grazie a una prova particolarmente ispirata che unisce ironia e malinconia, le tre gambe necessarie a farlo stare in piedi sono Naomi Whatts (che nel doppiaggio italiano perde moltissimo) ma soprattutto Melissa McCarty e Jaeden Lieberher. Se dalla candidata Oscar 2012 come migliore attrice non protagonista era lecito aspettarsi molto (aspettative però piacevolmente ripagate con gli interessi) lo era molto meno da un esordiente undicenne, che invece stupisce per la sua capacità di tenere la scena anche al fianco di un mostro sacro come Murray. Simpatico, commovente e lineare, S. Vincent è un film che non può che mandare a casa soddisfatto uno spettatore alla ricerca di una commedia divertente e ben fatta, come testimoniato dal secondo posto al Toronto Film Festival 2014 nella sezione dedicata alle scelte del pubblico.
La frase:
"Lo sapete chi sono i santi? Sono quelli che aiutano le persone!".
a cura di Alessio Altieri
Scrivi la tua recensione!
|
|
Trailer, Scheda, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale.
I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE:
In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione.
| NEWS
|
|
|
GUIDA TV
|
|
|
|
Il video del momento
Cerca CINEMA
Oggi in TV
Box Office
|