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Stay alive
Un gruppo di giovani di New Orleans, uno spaventoso videogame, intitolato "Stay alive", che racconta i macabri dettagli della vera storia di una nobildonna vissuta nel XVII secolo e conosciuta con il nome di "Duchessa Sanguinaria", e la morte di chiunque vi prenda parte, nello stesso modo dei rispettivi personaggi del gioco.
Se lo avessero distribuito nel corso della prima metà degli Anni Novanta, in pieno periodo di penuria horror "pre-Scream", il secondo lungometraggio di William Brent Bell, a nove anni dalla commedia "Sparkle and charm" (1997), si sarebbe probabilmente trasformato in un cult-movie per teenager, considerata soprattutto l'intenzione di lanciare un nuovo incubo stermina-ragazzi da affiancare ai vari Freddy Krueger e Jason Voorhees.
Come vuole la tradizione slasher, infatti, il campionario di giovani interpreti perisce questa volta per mano della maledizione della storica contessa ungherese Erzsebeth Bathory, che usava dedicarsi a magia nera e bagni nel sangue femminile al fine di arrestare il proprio declino fisico, le cui imprese vennero già rilette, tra l'altro, in "La morte va a braccetto con le vergini" (1971) di Peter Sasdy, "Le vergini cavalcano la morte" (1973) di Jorge Grau e "I racconti immorali" (1974) di Walerian Borowczyk.
Però, essendo oggi gli adolescenti i principali fruitori di questo genere di produzioni un tempo indirizzate ad un pubblico adulto, viene qui messa da parte la componente erotica per lasciare spazio ad un universo giovanile alla "Final destination" (con tanto di morte più o meno invisibile), senza dimenticare di strizzare l'occhio alle moderne ghost-story di matrice orientale e di lasciar intravedere una non disprezzabile metafora relativa alla negativa influenza che i videogiochi potrebbero avere sui loro accaniti seguaci.
Quindi, sulla scia dei successi dell'orrore d'inizio millennio, il risultato finale, veloce e raramente noioso, si lascia tranquillamente guardare, senza grossi entusiasmi; meglio ancora, magari, su supporto dvd, considerando anche il cast di volti più o meno noti del piccolo schermo, da Jon Foster ("Law & order") a Samaire Armstrong ("CSI: Miami"), passando per Wendell Pierce ("Giudice Amy") e Sophia Bush ("Nip/Tuck").
La frase: "Ho provato un gioco nuovo, si chiama Stay alive".
Francesco Lomuscio
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