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Spiderwick - Le cronache
Nell’assistere alle primissime inquadrature, caratterizzate da un tono generale tendente al dark, viene quasi da pensare alle cupe atmosfere che il più delle volte sono alla base dei lavori di Tim Burton.
Basato sull’amata serie di libri di Tony DiTerlizzi e Holly Black, “Spiderwick-Le cronache” possiede in realtà soltanto un elemento che lo accomuna al geniale autore di “Edward-Mani di forbice” e “La sposa cadavere”: il piccolo protagonista Freddie Highmore, visto proprio nel suo “La fabbrica di cioccolato”, che qui si sdoppia nei fratelli gemelli Jared e Simon Grace, figli di genitori divorziati ed appena trasferitisi con mamma e sorella maggiore nell’isolata e fatiscente tenuta di Spiderwick, un tempo dimora dei prozii Arthur e Lucinda.
Dimora più magica di quel che potrebbe sembrare ad occhio nudo, in quanto nascondiglio della “Guida pratica di Arthur Spiderwick al mondo fantastico che vi circonda”, testo potenzialmente pericoloso che, una volta aperto, libera il fantastico mondo circostante, popolato da amichevoli folletti, bellissime fate, ma anche da spiriti maligni e dall’astuto orco malvagio Mulgarath, interpretato dal veterano Nick Nolte dei due “48 ore”.
Grazie a questa avvincente idea di partenza ed al fondamentale supporto del fantasioso script concepito a tre mani da Karey Kirkpatrick (“La tela di Carlotta”), David Berenbaum (“Elf”) e John Sayles (“L’ululato”), quindi, il regista Mark Waters – cui dobbiamo, tra l’altro, la bellissima commedia fanta-sentimentale “Se solo fosse vero” – accontenta tutti gli amanti di troll, goblin e mostriciattoli in generale, tirando in ballo un non indifferente stuolo di straordinari esseri, tra i quali l’esilarante maiastrillo e Thimbletack, brownie ghiotto di miele sotto le cui assurde fattezze si nasconde il Martin Short di “Mars attacks!” (riecco Tim Burton).
E, con consueta cura scenografica e fotografica (aspetto tipico di questo tipo di produzioni), lo fa senza mai abusare degli ottimi effetti digitali ad opera dell’infallibile Industrial Light & Magic di George Lucas, per una vicenda forse più vicina a “Un ponte per Terabithia” che a “Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l’armadio”, in quanto ambientata nel mondo reale.
Vicenda movimentata, seppur a tratti fracassona, che ribadisce intelligentemente l’importanza dell’unione familiare, senza rinunciare, però, a tutt’altro che invadenti momenti che sfiorano l’horror.
La frase: "Conoscerai delle creature che sono uno spettacolo per gli occhi".
Francesco Lomuscio
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