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Spider-Man: Far From HomeLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Francesco Lomuscio05 giugno 2019Voto: 6.5
Al suo debutto in un cinecomic, il candidato all’Oscar Jake Gyllenhaal entra in scena addirittura prima dei titoli di testa, accompagnati dalla “I will always love you” di Whitney Houston facente parte di una ricca colonna sonora in cui troviamo, tra le altre, “I wanna be your boyfriend” dei Ramones e “Stella stai” del nostro Umberto Tozzi.
Del resto, di nuovo nei panni del sedicenne Peter Parker, è in una vacanza in Europa destinata a toccare Londra, Berlino e la Venezia in cui si trova ad affrontare un imponente mostro d’acqua che si immerge Tom Holland, affiancato dai compagni di scuola e dai suoi due migliori amici Ned e MJ, ovvero Jacob Batalon e Zendaya. Uno scontro altamente spettacolare, come pure quello che coinvolge un analogo colosso di fuoco sullo scenario di Praga; man mano che fanno il loro ritorno anche Jon Favreau e Marisa Tomei rispettivamente nei ruoli di Happy Hogan e di May Parker e che Nick Fury alias Samuel L. Jackson va alla ricerca di Spider-man per chiedergli di aiutarlo a risolvere il mistero degli attacchi da parte di creature elementali, le quali stanno portando scompiglio in diverse località. Una richiesta che porta a venire meno i propositi di Parker di non indossare per qualche settimana la sua tuta da supereroe, in quanto costretto a tenere a bada le nuove minacce in un mondo che, dopo gli eventi mostrati in “Avengers: Endgame” di Anthony e Joe Russo, non sembra più essere quello di prima. Un mondo verso cui il giovane protagonista sente di avere ancor di più delle responsabilità, proseguendo il suo percorso di crescita cominciato – a seguito di una fugace apparizione in “Captain America: Civil war” – nel 2017 in “Spider-man: Homecoming”, diretto dallo stesso Jon Watts che, autore, tra l’altro, dell’ottimo horror “Clown”, torna qui dietro la macchina da presa. Un percorso di crescita che in quel guardabile primo film lo portava a desiderare una vita da adulto, convincendolo invece ad aggrapparsi alla propria giovinezza in questo sequel in cui il sopra menzionato Gyllenhaal è Quentin Beck detto Mysterio, il quale crede che l’arrivo delle creature elementali sul pianeta Terra sia collegato a lui. Un avversario che sembra incarnare, in un certo senso, la smania di popolarità che ha finito per attanagliare buona parte dei comuni mortali in un periodo storico sempre più tempestato di reality televisivi, piattaforme di condivisione multimediale e social network per mettersi in evidenza attraverso selfie, video-dirette e quant’altro. Un avversario che non manca neppure di ricorrere a tecnologie illusorie a base di proiettori di ologrammi, nel corso di circa due ore e dieci in cui a risultare assenti non sono davvero l’azione e il movimento. Con pericolosi droni in agguato e abbondanti dosi d’ironia che, presenti in maniera evidente fin dai primissimi minuti, non contribuiscono altro che a regalare una piacevole visione da blockbuster a stelle e strisce che risulta più convincente rispetto al citato predecessore wattsiano, pur senza spingere a gridare al capolavoro... e con due ultime sorprese poste durante e dopo i titoli di coda. La frase dal film:
“Questa sì che è una minaccia di livello Avengers” I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE: In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione. |
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