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Special Forces - Liberate l'ostaggio











Ormai l'ultima frontiera dei film di guerra è rappresentata dalla cosiddetta lotta al terrorismo. Non perché i conflitti veri non esistono più, ma perché i paesi occidentali che fanno i film ormai sono impegnati in questo tipo di operazioni belliche. L'occidente dunque racconta se stesso. Come in Act of Valor, anche in questo caso c'è stata una sinergia fra autori e reparti speciali in fase di realizzazione e, soprattutto, in fase di scrittura. Viene da pensare che chi lavora sul campo abbia fornito soprattutto un supporto tecnico, rivelando dettagli che altrimenti sarebbero rimasti totalmente alla fantasia degli autori. Rimane comunque il sospetto che un certo controllo ci sia stato sull'intreccio e sulla costruzione dei personaggi. E' del resto naturale che non si voglia scontentare chi si rende disponibile con il proprio supporto.

Esattamente come in Act of Valor, anche dietro a questo film c'è un rapimento e l'intervento di una squadra speciale. Il significato ideologico di questo tipo di intreccio è evidente: le forze speciali non desiderano dare l'immagine di uno squadrone della morte (magari per assassinare qualche capo talebano), ma dare l'idea di essere un reparto impegnato in missioni di salvataggio. La differenza non è tanto sottile. Gli specialisti francesi sono competenti, efficienti e rispettosi della popolazione locale. I talebani sono cattivi, spietati e massacrano senza alcuna ragione. E' probabile che sia davvero così, ma la genesi della sceneggiatura mette una seria ipoteca su tutto quello che stiamo vedendo. E' una questione di libertà, che non è mai un dato acquisito, neppure per un paese occidentale.

Paradossalmente la parte più interessante del film e quella che funziona davvero la abbiamo nel momento in cui i protagonisti non lottano più contro il nemico, ma contro le forze della natura. Le forze speciali attraversano un passo montano e un deserto, sottoponendosi a uno stremo incredibile e a perdite notevoli. E' anche qui che i rapporti tra i personaggi vengono tratteggiati in maniera più precisa e più credibile. Poi, prevedibilmente, i cattivi li aspettano dall'altra parte del passo (avranno preso una scorciatoia). Curioso il ruolo di Raz Degan come capo terrorista, ogni volta che appare sullo schermo ha una funzione così spiazzante che non si sa se scoppiare a ridere o mettersi a riflettere sui misteri dell'universo.

La frase:
"Conosco un ristorante napoletano, fanno un ottimo risotto ai funghi porcini".

a cura di Mauro Corso

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