05 Aprile 2011 - Conferenza
"The Next Three Days"
Intervista al regista.
di Francesco Lomuscio
In occasione dell'uscita italiana di "The next three days", suo terzo lungometraggio da regista, il vincitore del premio Oscar Paul Haggis ha incontrato a Roma la stampa.
Perché fare oggi un remake di "Pour elle"?
Paul Haggis: A me il film originale è piaciuto moltissimo, quindi ho pensato che in un remake avrei potuto porre domande che non erano nella pellicola francese, perché troppo corta. Per esempio, la natura del credere in qualcosa o qualcuno, la natura dell'amore, sono domande che mi hanno sempre affascinato. Poi, io non sono uno snob, quindi, se un remake può andare bene per Martin Scorsese, può andare bene anche per me.
Non vi sembra di aver svelato un po' troppo nella parte finale del film?
Paul Haggis: Ogni spettatore tende a volere il lieto fine, quindi, alla fine, vediamo un flashback in cui viene mostrata la verità; però, quella è veramente la verità? Può darsi anche che non lo sia, ma vogliamo credere che sia quella.
Avevate pensato a Russell Crowe protagonista già in fase di scrittura?
Paul Haggis: No, non pensavo a lui durante la stesura della sceneggiatura, perché credo che sia un pessimo servizio da fare ad un attore scrivere in funzione di ciò che lui ha fatto. All'attore comincio a pensarci una volta terminato lo script.
Quale sfida si pone quando prepara un film?
Paul Haggis: La sfida è sempre quella di trovare una bella storia e raccontarla bene, poi, a volte è più facile, altre più difficile. Per esempio, la sceneggiatura di "Million dollar baby" l'ho riscritta tante volte, non devi mai essere soddisfatto del tuo lavoro, ma neanche cinico nei suoi confronti. Secondo me, devi prenderlo sul serio, ma, allo stesso tempo, devi cercare anche di non prendere troppo sul serio te stesso.
Per quale motivo ha scelto questa storia?
Paul Haggis: Ovviamente, per ciò che riguarda il crimine non c'è nulla di autobiografico, ma io mi sono identificato con la storia d'amore, con quello che un uomo arriva a fare per l'amore di una donna.
Secondo lei, l'amore è la salvezza?
Paul Haggis: In realtà, tutti quanti noi vogliamo avere più di quanto poi non diamo, quindi, anche in questo film c'è il prezzo che si paga per l'amore. La risposta, appunto, è dare più di quanto si riceve e ciò, per me, vale anche nel mondo degli affari, del business. Forse, è per questo che ho avuto successo fin dall'inizio della mia carriera; l'ego distrugge molte carriere a Hollywood.
Come mai tutti voi attori e registi fondate una vostra casa di produzione? Le major hollywoodiane sono così tremende?
Paul Haggis: Sì, le major a Hollywood sono tutte tremende (ride). A parte gli scherzi, il problema risiede nel fatto che tutte le decisioni di natura finanziaria sono creative e viceversa, però mi assumo io ogni responsabilità del film. Se hai cinque giorni per realizzare il lungometraggio e per quattro piove, è colpa tua, non puoi prendertela con gli altri, perché, se ti viene data l'opportunità di fare un film, hai già avuto una benedizione.
Quando scrive un film, prende ispirazione da qualcuno?
Paul Haggis: Cerco sempre di non farlo, poi, però, accade che m'ispiro a qualcuno. E' successo sia per questo film che per il prossimo che farò.
E quale sarà il prossimo film?
Paul Haggis: S'intitolerà "Third person" e sarà costituito da tre storie d'amore che s'intrecciano.
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