16 Gennaio 2007 - Conferenza stampa
"Manuale d'amore 2, capitoli successivi"
Intervista al regista e al cast.
di Federico Raponi


Per la conferenza stampa di lancio di "Manuale d'amore 2", a Roma erano presenti gli attori Carlo Verdone, Fabio Volo, Antonio Albanese, Sergio Rubini, Dario Bandiera, Riccardo Scamarcio, Barbora Bobulova e il regista Giovanni Veronesi, che ha preso subito la parola.

Giovanni Veronesi: Questo capitolo è molto diverso, il precedente si sarebbe potuto fare 30 anni fa mentre qui due episodi sono calati nel nostro sociale e ci tengo in modo particolare. Per me parlare di certi temi è stata una prima volta, non ne sapevo niente e mi sono documentato. Lo schieramento non mi interessa, sulla fecondazione assistita volevo raccontare il calvario della donna e com'è affrontarlo per una coppia. Quello sui matrimoni gay lo avevo a cuore ancora di più, temevo di esagerare da una parte o dall'altra. Non volevo un'interpretazione cliché, e per esempio ad Antonio è bastato chiedere una maglietta di due misure più piccola ed è diventato il personaggio. Ho trattato l'argomento senza schierarmi, anche perché c'è una direzione sola. In Italia per vivere bene bisogna aspettare, siamo sempre ultimi ma prima o poi ci si arriverà. E poi le altre due storie: il tabù della sessualità di un handicappato, sulla base di un'esperienza di un amico, e l'episodio di Carlo, ispirato anch'esso ad una persona reale, sui cinquantenni d'assalto che s'aiutano con le pasticche e vanno dietro alle ragazze. Il primo capitolo era più canonico e semplice, questo è più "manuale". Comunque tengo a dire che sono qua per merito di Francesco Nuti, a cui ho dedicato il film.

Agli attori: com'è stato il rapporto con il regista e come avete affrontato i personaggi.
Carlo Verdone: Con Giovanni negli ultimi anni siamo diventati molto amici, non ho avuto problema a farmi dirigere. Abbiamo la stessa ironia, sappiamo cogliere gli stessi dettagli, tra noi c'è stima reciproca e un feeling perfetto. Nessuna difficoltà per capire cosa voleva, mi sono affidato completamente a lui. Da un po' di tempo in qua ho interpretato sempre borghesi, ora finalmente sono tornato ad un proletario, con figlia coatta. Il tema non era una novità, e non c'è nessun tipo di critica. Conosco molte coppie con un grosso scarto d'età, e funzionano. Come anche ho tanti amici che hanno fatto il "botto", sono andato a trovarne molti in clinica.
Fabio Volo: Nel film, semplicemente cerco di governare mia moglie. Nella vita, non sono preparato all'amore e alla coppia, mi fanno molta malinconia. E vivendo queste esperienze sul set per pochi giorni mi convinco delle mie tesi. Per un momento ho avuto voglia di fare un figlio, allora mi sono messo una sveglia alle cinque di mattina con la registrazione di un bambino che piange. Dopo 4-5 giorni mi è passata.
Antonio Albanese: L'ho interpretato con assoluta serenità. Con tutti gli alti e bassi del ruolo, e soprattutto in modo divertente. Amo moltissimo cambiare, quando devo fare una parte mi eccito e comincio a fantasticare, e negli spettacoli costumi e scenografie li curo io.
Sergio Rubini: Giovanni è un amico, mi piace il suo percorso artistico e come sta crescendo. E sono un fan di Antonio, un funambolo della recitazione. Siamo umanamente compatibili. Quello del mio episodio è un mondo per me abbastanza sconosciuto, in cui l'attore sospendendo il giudizio ha una grande chance, può vedere da dentro una realtà. Tutti dovrebbero immedesimarsi, compreso chi ci governa. Ci sarebbe più tolleranza e si vivrebbe meglio.
Dario Bandiera: Credo che Giovanni abbia scritto il personaggio pensando a me. Inserendomi nel primo episodio mi ha dato una responsabilità, ha rischiato.
Riccardo Scamarcio: E' stato un ruolo difficile, ho cercato neutralità e ingenuità, e di unire l'handicap con la comicità. Poi avere Monica Bellucci per cinque ore sulle gambe è faticoso. Ero incuriosito, mi faceva piacere incontrarla. La scena del rapporto è stata imbarazzante, c'era tanta gente e poi le luci, anche se è stata girata in tranquillità. Eroticamente uno un attimo ci pensa, ma io dovevo essere passivo, e questo è un po' frustrante.
Barbora Bobulova: Ci sono registi che capiscono che un'attrice di film drammatici può fare commedie. E' stato anche il momento giusto, perché 2-3 anni fa non mi sarei sentita pronta. Per questo genere devi avere padronanza della lingua, perché bisogna essere più liberi e coraggiosi.

Verdone, cosa ci dice sulla partecipazione al nuovo capitolo di "Manuale d'amore" e sul suo prossimo film?
Carlo Verdone: Ora devo fare il mio, poi vedo cosa mi propone Giovanni e cercherò di far combaciare gli impegni. Sto chiacchierando con gli sceneggiatori per un film con 3-4 personaggi presi nell'attualità, per vedere se ci sono "mostri". Molta gente vorrebbe rivederli, ed è anche un'esigenza mia di divertirmi. Senza ragioni commerciali.

In un cameo compare Fiorello… Com'è andata?
Giovanni Veronesi: Fiorello è ostico verso il cinema, perché il cinema lo è verso di lui. Gli si chiede un film, e questo è stato un regalo che mi ha fatto in amicizia, perché glielo avevo chiesto diverse volte.

I prossimi capitoli?
Giovanni Veronesi: Voglio fare un pentalogo. In Italia la programmazione a lunga scadenza è difficile, perché lo è ottenere la fiducia di un produttore. Con Aurelio De Laurentiis eravamo indecisi se mettere il rapporto genitori-figli nel secondo o terzo capitolo, lo faremo nel terzo con tre episodi sullo stesso argomento. Per parlare della separazione invece sarebbero necessari altri cinque capitoli. Il percorso del "Manuale d'amore" è quello delle quattro fasi canoniche, spingendosi poi nel particolare. L'amore viene spezzato in segmenti, non lo voglio raccontare nella sua globalità, che forse emergerà alla fine dei cinque capitoli. Nella realtà, cerchiamo nell'amore regole che non ci sono, tentiamo di imporcele.

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