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20 aprile 2005 - Conferenza stampa
"Le Crociate"
Intervista a Ridley Scott e Eva Green.
di Andrea D'Addio
Alla conferenza stampa per la presentazione di Le Crociate a presenziare sono il grande regsita Ridley Scott e la giovane cooprotagonista e Eva Green. Il film parla di un periodo storico preciso ed importante, ed è impossibili non pensare ad analogie sulla situazione attuale. Si inizia proprio così infatti.
Ridley Scott: La sceneggiatura di William Monahan è molto precisa sulla storicità degli eventi, è ambienta la storia tra la fine della seconda crociata e l'inizio della terza. Sicuramnete ci sono analogie, ma preferscio non farle io esplicitamente, anzi il mio punto di vista è che forse dovremmo smettere di guardare al passato, ma proiettarci verso il futuro. Un nostro grande problema è proprio quello che dalla storia non riusciamo mai ad imparare, ma contuinamo a ripetere gli stessi errori. Credo che alla fine bisogna trovare in se stessi i valori che si cercano all'esterno: in questo senso il personaggio che più segue questo modo di pensare spiegandolo anche a Balian, il protagonista, è l'ospedaliere interpretato da David Thewlis, il quale dice che alla base di ogni religione c'è sempre l'essere o meno un brav'uomo. Capito questo, si può anche proteggere la propria religione nel rispetto di quella altrui.
Chiedere al regista se le proprie considerazioni siano giuste diventa l'obiettivo dei più che prendono la parola. Possiamo sintetizzarle tutte con la semplice domanda:, Le crociate è' un film sulla tolleranza?E in che senso?
Ridley Scott: Senza dubbio il film tratta di tolleranza, non è soltanto la visione di un uomo che va incontro al proprio destino. C'è un superamento delle due culture, quella europea e quella musulmana, ciascuna lascia qualcosa nell'altra, come possiamo vedere nel rapporto fra Balian e il consigliere di Saladino. Mantenere la propria fede significa rispettare tutte le altre fedi. Balian dubita della propria fede, non ne è sicuro come non ne sono sicure gran parte delle persone. Il dubbio è fondamentale, altrimenti la Chiesa non sarebbe mai cambiata.
La risposta non appaga le aspettative dei presenti in sala, e il continuo delle domande seguitano questo filone. Bisogna capire prima di tutto da che punto di vista è osservata e narrata la questione, insomma: Ridley Scott è un credente?
Ridley Scott: Sono un agnostico. La mia famiglia era protestante, andavamo a messa tutte le domeniche, ma forse più perché a mio padre riteneva di aver una bella voce, e gli piaceva cantare nel coro della Chiesa. Anche il protagonista del film dubita della propria fede, e in questo credo che rappresenti gran parte della nostra società. Credo però che qualcosa stia cambiando, credo sia possibile un ritorno alla di ideali e valori, soprattutto da parte dei giovani… Ho seguito ovviamente i funerali del Papa e ho notato con stupore e piacere che l'età media dei presenti a Roma era molto bassa….Siamo tutti forse troppo politicamente corretti, oggi, ma alla base di Le crociate c'è stato un forte idealismo, sono state misticizzate e anche il Saladino è stato rappresentato in modo romantico. È pur sempre una visione romantica delle atrocità perpetrate da entrambe le parti.
Seguono quindi complimenti mascherati da domande: E' vero che visivamente il film è grandioso? (ci mancherebbe che rispondesse "no"), sui progetti futuri ( un film sull'inflazionato vino che Ridley, tiene a precisare, conosce bene visto che da decenni ha una vigna in Inghilterra), sulle difficoltà nel girare alcune scene (pare che in Marocco, una delle locations del film, il vento Mistral non lasciasse in pace la troupe) finchè la parola passa a Eva Green, la cui bellezza bisogna ammettere è molto più ammaliante dal vivo di quanto non già traspaia dal grande schermo. Unica domanda possibile farle, vista l'esiguità della parte, è cosa ne pensi del suo personaggio. La risposta rimane, comunque, nell'anonimato.
Eva Green: E' uno di quei personaggi che non capitano spesso, mi sono subito innamorata del ruolo. E' una donna che vive due vite, o perlomeno due aspetti molto differenti della stessa vita: in quanto regina deve cercare di mantenere l'equilibrio tra le varie fazioni ma allo stesso tempo è anche una donna frustrata e triste, che trova in Balian l'amore che non ha mai conosciuto nel marito per cui non ha alcuna stima. Da succube si trasforma in regina del suo stesso destino. E' anche un personaggio moderno, seduce l'uomo che desidera e rinuncia al suo ruolo di regina per essere indipendente ed essere solo se stessa.
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