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16 febbraio 2004 - Conferenza stampa
Intervista a Carlo Verdone, Stefania Rocca e Laura Morante
di Renato Massacesi
IN RICORDO DI ALBERTONE
C.V.: C.V.: Anche se Alberto è scomparso da un anno, è una figura che sentirò sempre molto vicina. Già il fatto di vivere nella stessa sua città, il passare ogni giorno davanti alla casa dove aveva vissuto sono elementi che mi riportano ogni giorno al suo ricordo. Era una persona che aveva molta fede, anche nei giorni in cui era molto malato, non si è mai lamentato. Il suo cinema rimarrà sempre nella storia. I miei film preferiti rimarranno sempre "I vitelloni", "Lo sceicco bianco", "Una vita difficile". È una maschera che non verrà dimenticata. Il mio film comunque lo vorrei dedicare ad Enrico Appetito che era il mio fotografo e che è scomparso durante la lavorazione del film. E vorrei dedicarlo anche a mio padre che mi è sempre stato accanto in tutti questi anni.
I PERSONAGGI NEGATIVI
C.V.: Nessuno dei personaggi di questo film si può definire stronzo. Forse l'unico personaggio che ne esce male è Guido (Antonio Catania). Se c'è un'ipocrisia di fondo che ricorre nel film è perché fa parte di ogni cosa in quest'epoca confusa.
S.R.: D'altra parte è un'ipocrisia anche verso sé stessi.
C.V.: È un momento di confusione, quindi c'è uno sbandamento all'interno della coppia e di conseguenza della famiglia. Corriamo troppo e manca la pazienza perché siamo stremati. Fare il marito non è soltanto un piacere ma è anche un duro impegno e la mancanza del dialogo porta al crollo del nucleo familiare. Io sono sicuro che le nuove generazioni, a prescindere dai tatuaggi o dal piercing che da molti possono essere fraintesi, saranno molto più decise a far sì che questo problema scompaia. Ripeto: ho voluto fare un film sulla fragilità.
LAVORARE CON CARLO VERDONE
S.R.: Mi sono trovata benissimo con Carlo perché è una persona molto disponibile, vera ma allo stesso tempo ha anche i piedi ben piantati per terra.
L.M.: Per me c'è stato un inizio difficile, mi sentivo sola. Poi quando Carlo ha tirato fuori l'affetto di cui è capace è stato diverso. Lavorare con lui è come partecipare ad una Jam session, nel senso che è un lavoro continuamente in fieri, che si costruisce insieme.
LA SECONDA FASE
C.V.: Sono arrivato ad una seconda fase della mia carriera e devo rappresentare quello che sono oggi e non quello che ero ieri. Il mio progetto più immediato è un film ad episodi con la regia di Giovanni Veronesi. Ma in futuro mi piacerebbe lavorare di nuovo con tutti coloro che hanno collaborato a questo film.
IL CINEMA DEGLI ALTRI
C.V.: Dei film che ho visto mi hanno molto entusiasmato "Mystic river" e "Lost in translation". Per quanto riguarda il cinema comico italiano l'unico appunto è che forse si dovrebbe lavorare di più sulle sceneggiature.
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