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26 Gennaio 2007 - Conferenza stampa
"La cena per farli conoscere"
Intervista al regista e al cast.
di Mauro Corso
Alla conferenza stampa de "La cena per farli conoscere", una tra le più seguite degli ultimi tempi dagli addetti stampa, sono presenti oltre al regista Pupi Avati, Diego Abatantuono, Inès Sastre, Vanessa Incontrada, Violante Placido, Francesca Neri e Fabio Ferrari.
Quali sensazioni le ha dato la realizzazione di questo film?
Pupi Avati: è un film che mi ha dato tanta gioia, come pure le quattro ragazze, una sera l'una, una sera l'altra. Mi sono divertito e anche commosso. Mi ha fatto piacere parlare della Televisione come sorella del cinema dal punto di vista di uno che ha speso la vita in una serie cadetta senza mai accedere al cinema di serie A.
Nel film c'è la presenza quasi palpabile di Sergio Corbucci...
Pupi Avati: non l'ho mai conosciuto personalmente, né ho mai conosciuto la sua filmografia, forse perché era il rappresentante di un certo tipo di cinema contro il quale mi sono scagliato in passato. Negli anni '70 venivano realizzati 365 film all'anno, ed è evidente che non poteva trattarsi di capolavori, però l'atmosfera era molto vivace. Per la televisione di adesso del resto ho un apprezzamento molto relativo. In parte sono anche un po' profeta. In fondo nel film parlo di un reality ambientato nelle fogne di Milano, e proprio adesso possiamo "ammirare" un reality che ha tra i suoi elementi una discarica...
Diego Abatantuono: ed al alcuni reality manca solo il titolo "Fogna"!
Come mai un film così incentrato sulla figura di un padre?
Pupi Avati: io e mio fratello abbiamo perso il papà da piccoli. In parte è stato un privilegio perché abbiamo avuto una madre che ha saputo compensare per la figura assente interpretando entrambi i ruoli e in gioventù non ho sentito molto la mancanza di questo padre che non avevo quasi conosciuto. In età avanzata però ho percepito quest'assenza, nel desiderio di tornare a casa e di raccontargli di come avevo speso la giornata, di confrontarmi con lui.
Come sono stati scelti gli attori?
Pupi Avati: avevo già lavorato con alcuni di loro, con Vanessa nel Cuore altrove, con Inés nel Testimone dello sposo...
Diego Abatantuono: ...dove interpretavo il ruolo del marito, mentre qui sono stato scalzato al ruolo di padre...
Pupi Avati: ...Violante Placido non la conoscevo e non conoscevo la sua filmografia, ma si è adattata molto bene. Inoltre il personaggio è stato praticamente creato da lei, ha avuto un apporto fondamentale. In verità per me vengono sempre prima gli attori e poi i personaggi, con i suggerimenti di chi li deve interpretare. Poi c'è Francesca Neri che 15 anni rifiutò una parte...
Francesca Neri: ...ma io non me lo ricordo! Che film era?
Pupi Avati: mah, chi se lo ricorda... però le telefonai e le dissi: ti dò venti minuti di tempo per rispondere. Poi aspettai quattr'ore e lei non chiamò. Di fronte a rifiuti di questo genere si hanno due possibilità: o si cancella chi ci ha rifiutato dalla testa, o si cerca di avere una rivincita conquistandole. Ed è andata proprio così. Fabio Ferrari invece è qui per via di suo padre (ride), ma no scherzo, anche lui è stato fondamentale nella costruzione di un personaggio così "disturbato", anche dal punto di vista estetico.
In questo film non si salva nessuno, in particolare gli uomini, invece come sono fatti i personaggi femminili?
Inés Sastre: penso che siano persone reali, immerse in situazioni che possono accadere. Inés è una donna che soffre molto, che prova un grande odio nei confronti del padre per l'abbandono e per il fatto di aver ferito sua madre, ma che alla fine impara il perdono. In fondo anche al giorno d'oggi sono molti i genitori che abbandonano i figli. Allo stesso tempo è una giornalista di successo, come molte donne adesso ha molte soddisfazioni nella carriera.
Vanessa Incontrada: Clara ha un tipo di sofferenza diversa, è una crocerossina, ma nella negatività dei rapporti con il padre e con il marito riesce sempre a trovare il lato migliore.
Violante Placido: Betty è vittima anche di sé stessa, perde presto la madre e si trova in una famiglia che la considera un po' un'estranea soprattutto per colpa di un padre dalla vita privata molto rumorosa. Quindi è rinchiusa in un matrimonio infelice e senza prospettive. Però paradossalmente e come spesso accade, proprio per questa infelicità è molto brava a riunire la famiglia.
Francesca Neri: le donne sono migliori degli uomini e questo si sa! La verità è che sono migliori solo quando devono confrontarsi con loro. Le donne hanno una dignità particolare anche nel dolore e anche nella forma di dolore più bruciante, che è quello dell'abbandono, perché prima o poi ne escono e riescono a tramutarlo in esperienza di vita, a crescere interiormente.
E il personaggio di Sandro Lanza?
Pupi Avati: io per questo personaggio avrei visto bene due attori... Ugo Tognazzi o Diego Abatantuono. Purtroppo ho dovuto ripiegare su quest'ultimo.
Diego Abatantuono: lui in realtà ha dieci anni più di me, quindi ha avuto frequentazioni con altri registi. Mi piacerebbe andare in giro con il suo curriculum però, con film come "il DNA che uccide" e vedere che succede. I titoli di coda con la filmografia di Lanza è una delle cose più belle del film. Il momento più bello per me è stato l'arrivo della sceneggiatura, perché è come leggere un romanzo. Mi è stato detto che io voglio modificare in continuazione... macchè io voglio solo dare suggerimenti.
C'è un film che vorrebbe girare nuovamente?
Pupi Avati: sicuramente "Festival". Come progetto di scrittura era ambizioso, originale, ma poi ho fatto marcia indietro, forse anche per timore nei confronti di voi giornalisti. Avrei dovuto esprimere giudizi sul mondo che ruota intorno al Festival di Venezia, in cui tutti una volta sbarcati al lido diventano peggiori, però anche a livello opportunistico - non ho imbarazzo a dirlo - c'è stata un autocensura. Non so se sia accaduta una cosa del genere a Furio Scarpelli con "La Terrazza" di Scola, molto aggressivo nella sceneggiatura ma poi molto attenuato nella messa in scena. A me è successo proprio questo invece, per quanto riguarda Scola non ne ho la certezza.
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