07 Febbraio 2006 - Conferenza Stampa
"In un altro paese"
Intervista al regista e ai produttori.
di Andrea D'Addio


Alla conferenza di un film importante come In un altro paese, non poteva che intervenire un pezzo da novanta della lotta a Cosa Nostra. E così accanto al regista Marco Turco, il produttore Maco Visalberghi e al responsabile della "Fandango Doc" Fabrizio Grasoli, troviamo il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso (che nel film appare anche nello storico filmato della lettura della sentenza del maxi processo dell'Ucciardone. E' quello con la barba accando al giudice …).
Le domande non possono che vertere sull'aspetto "politico" della vicenda


Il film ha una durata limitata per una questione così lunga. La scelta sul cosa mostrare e cosa no come è stata fatta?
Turchi: Fanno parte di un criterio che abbiamo adottato che era proprio del libro di Stille, che oltre ad essere un documento storico preciso, ha anche il ritmo d'un thriller. Il criterio è comunque: la vicenda di Falcone e Borsellino, partendo dalla loro morte ripercorrendo la loro vita in magistratura. Il libro in verità arriva fino al 1995 (la prima edizione infatti uscì in libreria allora n.d.r.), ma con la collaborazione di Stille abbiamo fatto una sceneggiatura più ampia, con una specie di epilogo che aggancia il tutto ai giorni nostri. Al centro vi è la storia del rapporto fra mafia e politica. Quando ormai si stava per sconfiggere la mafia grazie al maxiprocesso, ci si è ritirati. Falcone e Borsellino sono stati fermati burocraticamente, messi fuori da questa battaglia decisiva. Un fenomeno normale in Italia…da una parte la magistratura e le forze dell'ordine, dall'altro alcune frange della politica che hanno contatti con "questa" organizzazione.
Visalberghi: E' stata una sfida produrre questo film. E' stato fatto infatti per un pubblico non solo italiano, ma anche francese ed inglese. Il compito di distillare tutte le notizie e le parole anche per chi non avesse mai letto gli stessi giornali e sentito le storie di noi italiani, ha fatto si che si cercasse di essere abbastanza precisi e focalizzati sulle fasi chiave della vicenda.

E' senza dubbio un film politico…
Visalberghi: Mi piace pensare che questo sia un film ricco di senso civile, uno di quelli che si possono iscrivere sotto la categoria di servizio pubblico. Peccato però che per accedere all'archivio storico della Rai abbiamo avuto molti problemi. Cattaneo, all'epoca direttore generale Rai, aveva imposto che per ogni reperto che fuoriuscisse dall' archivio ci volesse la sua firma, e che soprattutto nessun materiale che potesse essere letto in chiave politica poteva essere utilizzato. Così è successo che perfino la BBC e la CNN abbiamo rinunciato a chiedere materiale…Questo è il problema tutto italiano sull'assenza di una definizione che chiarisca cosa sia il "servizio pubblico".Devo dire però che Raitre ha svolto sempre un ruolo intelligente riuscendo a venirci incontro più volte.

Gira voce che il film, programmato su Raitre non sia stato trasmesso per ragioni politiche..
Visalberghi: No, non è andata così.Film come questi sono sempre difficili da metter su, ma poi si rivelano sempre validi. Con Raitre, che ha partecipato ad un terzo della produzione, abbiamo concordato una diversa diffusione del documentario. Ed infatti da venerdì lo vedremo nelle sale, poi sarà in dvd e solo dopo passerà in televisione.
Grasoli: La distribuzione di questo film è molto importante per la Fandango che da un paio di anni si sta concentrando molto su questa tipologia di lavori. E' il primo documentario che distribuiamo non nostro, una storia importante e valida. I dati ci confortano, tutti i documentari usciti negli ultimi tempi hanno riscosso ottimi successi tra la sala e il dvd.

In quali paesi verrà portato il film?
Grasoli: E' già stato passato in televisione in Austria, Inghilterra, paesi scandinavi. Sta per essere trasmesso in Francia, Australia e Canada. E sarà proiettato il prossimo mese in una sala a NewYork per due settimane.

Sicuramente il film porta con sé una scelta ideologica…
Grasso: Un lavoro eccezionale per la puntualità della ricostruzione. Ho colto alcune immagini inedite durante la visione, ma quella che mi ha colpito di più è Falcone in lacrime quando Caponnetto và via da Palermo. La commozione di Falcone…Caponnetto non è stato infatti solo una persona che lasciava lavorare, ma un vero combattente contro la mafia….E' importante che si ritorni a parlare di mafia, ringrazio tutti quelli che hanno contribuito a realizzare questo lavoro che ci aiuta a capire da dove veniamo e dove stiamo andando.

Il libro di Stille si chiamava Cadaveri eccellenti. Può darsi che siano proprio questi cadaveri che mancano,che non ci sono più, a non far parlare più di mafia ai giorni nostri? Una mafia più organizzata che non attira i media, ma è sempre presente, e forse anche più forte, di un tempo sul territorio?
Grasso: Cosa nostra e' 'ancora presente nel contesto socio-economico politico e rappresenta una palla al piede per tutta l'Europa La nuova legge elettorale esclude la possibilità di scegliere i candidati. Certo, resta valido il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, così come ovviamente non devono essere i magistrati a formulare le liste dei candidati. Escludere inquisiti e indagati, però, sarebbe un segnale forte alla criminalità organizzata. Coloro che non hanno un profilo trasparente e sono chiamati a rappresentare l'intera comunità forse non avrebbero l'appoggio della comunità se la gente dovesse raccoglier per loro le firme. Sarebbe un segnale forte.

Pensa che la commozione che si ha a fine film possa far apparire questo un film retorico?
Grasso: Quando è la realtà a commuoverci non c'è retorica. La realtà non può essere retorica.

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