11 Giugno 2013 - Intervista
"Flight"
Intervista al regista.
di Redazione FilmUP.com

In occasione dell'uscita in DVD e Blu-ray del film, il regista Robert Zemeckis, autore, tra gli altri, anche di "Forrest Gump" e "Chi ha incastrato Roger Rabbit?", ha rilasciato questa intervista in cui parla del film per cui l'attore Denzel Washington e lo scenegiatore John Gatins hanno ricevuto una nomination all'Oscar. La pellicola parla della vicenda del Comandante Whip Whitaker, pilota del SouthJet 227, che si trova costretto ad un atterraggio d'emergenza e riesce a salvare quasi tutte le persone a bordo. Inizialmente indicato come un eroe, viene successivamente indagato per delle questioni non chiare sulla dinamica dell'incidente.

Cosa ti ha convinto a tornare ai film in live action?
Robert Zemeckis: Sei sempre in cerca di una buona sceneggiatura e quando ne trovi una non puoi lasciartela scappare.

Questo film è un'esperienza pazzesca. È drammatico, comico e tragico allo stesso tempo. Pensi che vada bene mixare questi generi tra loro?
Robert Zemeckis: Non classifico i film in questo modo. Penso che un film debba intrattenere il pubblico e non credo ci sia una regola per cui un film drammatico non possa avere momenti comici o scene d'azione e suspense. I film che più mi piacciono sono quelli che mostrano tante emozioni diverse, sono i più divertenti. Sono anche i più difficili da realizzare ma alla fine sono quelli che da spettatore apprezzo di più.

Pensi che ogni cosa accada per una ragione, che Dio possa essere coinvolto in qualche modo? A volte abbiamo la capacità di scegliere ma altre volte le cose succedono e basta?
Robert Zemeckis: Mi prendi alla sprovvista, non ho una risposta giusta. In effetti il film ti fa porre questa domanda, ma non offre la risposta perché non ce n'è una giusta.

Ma hai pensato a questo mentre giravi il film?
Robert Zemeckis: La sceneggiatura alludeva a questo tipo di domande e probabilmente è anche per questo che mi è piaciuta sin da subito. Parla di domande per le quali non c'è una risposta.

Quando sei entrato nel team, Denzel Washington faceva già parte del progetto?
Robert Zemeckis: Aveva già mostrato interesse per il progetto ed aveva voglia di farlo. Quando ho letto la sceneggiatura e mi hanno detto che Denzel era già interessato, ho pensato che era perfetto perché è un grande attore. Lavorare con lui è stato fantastico perché è un magnifico professionista.

Questo film ha un messaggio? Se sì, quale?
Robert Zemeckis: Non mi piace usare la parola "messaggio". Se vuoi mandare un messaggio, invia un SMS o tweetta. Direi che il cuore del film è una storia di redenzione, che è un aspetto della condizione umana. Come disse Bob Dylan: "If we're not busy being reborn we're busy dying" (Se non siamo impegnati a rinascere siamo impegnati a morire).

Durante le tue ricerche, hai scoperto che ci sono molti piloti alcolizzati e colleghi che li coprono?
Robert Zemeckis: Non penso che succeda solo ai piloti, ma anche ai chirurghi, agli autisti, agli insegnanti… Penso che sia un problema di ogni categoria di lavoratori.

La tua esperienza nel digitale ti ha aiutato ed ha apportato qualcosa in più a questo film?
Robert Zemeckis: Mi ha permesso di realizzare la magnifica scena dell'incidente aereo con un piccolo budget. In realtà non ci sono divisioni nette nell'industria cinematografica, ormai è tutto digitale. Usiamo un po'di quella tecnica, un po'dell'altra. In questo film c'è dell'animazione, degli effetti speciali digitali ed anche azione dal vivo. Ogni sorta di tecnica è presente in questo film.

Quindi avete realizzato la scena dell'incidente in digitale?
Robert Zemeckis: Non abbiamo fatto precipitare un aereo sul serio: era tutto virtuale!

Qual è stata la più grande sfida che hai affrontato come regista per questo film?
Robert Zemeckis: Ne ho affrontate parecchie per questo film. Penso che la scena più difficile da realizzare sia stata quella dell'incidente, con tutte le attrezzature nella cabina di pilotaggio e le persone a testa in giù. C'è stato molto lavoro dietro. Girare sequenze in cui le persone sono coinvolte fisicamente in qualcosa di pericoloso è abbastanza stressante!

Come avete fatto per far sembrare il personaggio di Denzel, il pilota, ubriaco senza però esagerare?
Robert Zemeckis: C'è una parola per quello stato, credo sia "alcolismo funzionale". Denzel si è preparato molto bene per questo, per avere il giusto atteggiamento, e io sapevo quando doveva esagerarlo o attenuarlo ma in realtà non c'è mai stato bisogno di dirglielo. Alla fine non ne abbiamo mai parlato sul set perché era già preparato in ogni scena. Ma abbiamo avuto discussioni su questo durante la lettura della sceneggiatura, ci siamo confrontati sui livelli dell'alcolismo. La sceneggiatura del film è superba e un attore come Denzel riesce sempre a capire cosa intende l'autore. Sapeva cosa avrebbe dovuto fare.

Cosa pensi dell'affermazione secondo cui al mondo non esistono eroi senza problemi? Hai trovato interessante il fatto che l'eroe della tua storia era una persona allo sbando?
Robert Zemeckis: Credo che la cosa più interessante di questo film è che non c'è un vero antagonista ed è un dramma coinvolgente. Per me questa è un'ottima ragione per realizzare un film. Non c'è qualcuno che cerca di far saltare qualcosa in aria o rubare un microchip. È una storia appassionante ma senza rientrare nello schema classico della narrazione in cui è richiesta una figura antagonista. Questa è la cosa che più mi ha attratto. Ci si muove in una zona grigia: non c'è un personaggio buono ed uno cattivo. I personaggi sono semplicemente persone ferite. La vita è così e allo stesso tempo è anche una bellissima storia cinematografica. Quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato che ne valesse la pena.

Con il cinema in live action, al contrario del digitale, hai meno tempo a disposizione. Cambia il tuo modo di lavorare con gli attori quando si ha meno tempo?
Robert Zemeckis: Chiedo ai miei attori di darmi almeno cinque giorni per riunirci attorno ad un tavolo, dieci ore al giorno, per analizzare tutto il copione. Dico loro: "Se avete domande sul vostro personaggio, sul perché si comporta in quel modo, fatele adesso perché possiamo parlare per ore a costo zero. Sul set, perdiamo trenta - quaranta mila dollari all'ora per discutere di un personaggio". La soluzione è arrivare sul set già preparati.

Denzel ti ha stupito sul set?
Robert Zemeckis: Mi ha sorpreso in ogni minuto di questa sua performance, è stato veramente magnifico. La soddisfazione in questo progetto è stata di poter lavorare ogni giorno guardando Denzel recitare perché ogni cosa che ha fatto è stata grandiosa.

Qual è stata la scena per te più emotivamente difficile? Ci sono state sequenze che ti hanno ricordato la tua vita?
Robert Zemeckis: La scena più difficile da guardare è stata quella in cui Kelly va in overdose perché lei è stata bravissima. Vedere qualcuno recitare in maniera così realistica è meraviglioso, anche se sai che è solo finzione.

Qual è l'aspetto del tuo lavoro che preferisci?
Robert Zemeckis: Realizzare un film è un'esperienza surreale quando gli attori sono in grado di emozionarti. Anche se c'è molta gente della troupe intorno… Per cui sul set è molto difficile lasciarsi coinvolgere. La mia parte preferita del processo è nella sala di montaggio con le mie registrazioni. Ci siamo io ed i miei personaggi in una stanza buia. Non sono più attori ma personaggi che prendono vita, è ciò che più mi piace in assoluto.

E invece la vita sul set?
Robert Zemeckis: Durante le riprese per me è molto difficile emozionarmi perché sono focalizzato sul lavoro, sono preoccupato per ciò che potrebbe andare storto. Quando un attore realizza una bellissima performance, mi preoccupo del fatto che magari la cinepresa non abbia catturato al meglio quella sequenza, o che ci sia stato un problema tecnico oppure che qualche comparsa sullo sfondo abbia fatto qualcosa di sbagliato. Quando un attore fa un lavoro magnifico, sono sempre preoccupato che qualcos'altro abbia potuto rovinare la sua performance.

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