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26 aprile 2001 - Conferenza stampa
Charlotte Rampling
Intervista con l'attrice di "Sotto la sabbia"
di Valeria Chiari
Qual'e stata questa ispirazione?
Volevo esprimere le cose che mi angosciano di più: la sparizione, la separazione, la morte, l'abbandono. Volevo rappresentare quelle paure che credo appartengano se non a tutti, sicuramente a molti, senza essere troppo tragica, e senza troppe parole.
Teme quindi la solitudine, come Marie?
È una di quelle cose che mi segue sempre, ci penso spesso. Un sentimento che si tenta di comprendere senza poi riuscirci mai. Alla fine credo che l'unica soluzione sia l'accettazione.
Le sarebbe piaciuto dirigere un film o magari scrivere per il cinema?
Non ho mai pensato di dirigere un film, e non desidero farlo. Mentre invece scrivere si, in realtà scrivo già da tempo, ma ho troppo rispetto per la letteratura per osare far pubblicare quello che scrivo. Magari una pubblicazione postuma, ma adesso proprio non vorrei.
Come lavora sul personaggio che deve interpretare?
Onestamente non so bene come la cosa si sviluppi precisamente. Posso dire che è come un rebus: costruisco il personaggio come se fosse un sogno: diventa me e allo stesso tempo io non sono proprio lui. Ma si realizza completamente con l'incontro con il regista e gli altri attori, attraverso le loro visioni e lo scambio delle idee.
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