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Alla (ri)scoperta di "Bianco rosso e Verdone"
di Mirko Lomuscio
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UNO SGUARDO AL PASSATO PER TRACCIARE IL PRESENTE…
E' l'inizio degli Anni Ottanta: la Grande Commedia all'italiana, rappresentata soprattutto dai capolavori di Pietro Germi, Mario Monicelli, Dino Risi, Steno e Luigi Comencini ha ormai chiuso i battenti da tempo, prima con il mitico "Amici miei" (1975), vincitore del David di Donatello per il miglior film, poi con l'altrettanto mitico "Febbre da cavallo" (1976), che, nel pieno dell'esplosione dell'ultra-scollacciata Commedia sexy, rappresenta una vera e propria isola felice, capace di guardare contemporaneamente sia al vecchio modo di far ridere gli spettatori, che al nuovo, senza dover ricorrere agli sguardi "allupati" di Lino Banfi, Alvaro Vitali e Renzo Montagnani dinanzi alle nude forme di starlettes del calibro di Gloria Guida, Edwige Fenech e Nadia Cassini.
Non a caso, tra gli sceneggiatori del film c'è quell'Enrico Vanzina che, insieme al fratello regista Carlo, darà una svolta decisiva al genere più popolare d'Italia, nel solo 1983, con "Sapore di mare" e "Vacanze di Natale", nostalgicamente ispirati a lavori come "L'ombrellone" (1965) e "Vacanze d'inverno" (1959).
In questo contesto si colloca il genio del Carlo Verdone regista, che trasporta i protagonisti dei suoi indimenticabili sketches televisivi all'interno del grande schermo, ritoccandoli o addirittura aggiungendovene nuovi. E se i Vanzina guardano al passato cinematografico soprattutto per quel che riguarda i contenuti delle sceneggiature, possiamo tranquillamente affermare che, analogamente e contemporaneamente, Verdone estrapola da esso le personalità, a partire da Sergio Leone, Re incontrastato dello Spaghetti western, che è il suo primo produttore.
Perché Mario Brega, che in "Bianco rosso e Verdone" interpreta il rozzo camionista "principe", dal serio cinema di Leone proviene, ed è proprio a partire da "Un sacco bello", invece, che emerge il suo marcato accento romanesco da "borgataro", elemento capace di strappare non poche risate. Come pure quello dell'indimenticabile Elena"Sora Lella"Fabrizi, nel film nonna di Mimmo, sorella dell'altrettanto indimenticabile Aldo e con alle spalle una invidiabile carriera all'interno dei lungometraggi con Alberto Sordi e Totò.
Se all'insieme aggiungiamo poi la fantozziana Milena Vukotic, nei panni della prostituta, e Angelo Infanti - la cui lunga filmografia inizia negli Anni Sessanta, sui set dei lungometraggi interpretati da Mina - in quelli del playboy Raul, il quadro è completo, ed è quindi chiaro che, come per qualsiasi arte, anche per il cinema è spesso necessario attingere dal passato, al fine di poter scrivere il presente. E Verdone può essere tranquillamente considerato un fondamentale scrittore del presente relativo al cinema italiano.
"Sergio Leone non voleva Sora Lella nel film, mi diceva in continuazione: 'Ma se ce more che famo? Nun ce l'assicurano!"
UN CONTENUTO EXTRA PER RICORDARE…
Irina Sanpiter (doppiata), interprete nello stesso anno, al fianco di Mario Merola, di "Lacrime napulitane" di Ciro Ippolito, completa il cast, prestando il volto alla frustrata Magda, mentre le sempre ottime musiche del maestro Ennio Morricone e l'ottima fotografia di Luciano Tovoli contribuiscono in maniera fondamentale alla resa poetica dell'opera - leggibile anche nelle vesti di esilarante attacco all'Italia e, soprattutto, al suo cinico mondo della politica - che, eccezionalmente costruita su uno script a firma di Leo Benvenuti, Piero De Bernardi e lo stesso regista, presenta un affascinante fondo di amarezza.
Per rivivere la storia della realizzazione di "Bianco rosso e Verdone", indispensabile risulta allora uno speciale di oltre 40 minuti realizzato da Ivo Di Persio appositamente per la sezione extra del dvd, nella quale troviamo anche il trailer del film.
I complimenti di Sergio Citti per la sequenza ambientata nel cimitero, il ricordo di Massimo Troisi, Mario Brega e Sergio Leone, l'errore sul manifesto del film ed il reclutamento di Elena Fabrizi, con tanto di filmato del suo provino, sono soltanto alcuni degli interessanti aneddoti che emergono attraverso i ricordi di Carlo e Luca Verdone, Angelo Infanti ed il segretario di produzione "Massimino".
Un motivo in più, quindi, per dedicarsi alla riscoperta di un già capolavoro della moderna commedia nostrana, in attesa, magari, dell'uscita su disco di "Un sacco bello", annunciata dalla Medusa Home Video per i primi mesi del 2007.
"Ho visto molti film negli ultimi tempi, ma avverto un certo senso di morte nel cinema moderno, ho bisogno di divertirmi".
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