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Alla (ri)scoperta di "Bianco rosso e Verdone"
di Mirko Lomuscio
PREMESSA
… e sono già passati venticinque lunghi anni da quando, sugli schermi cinematografici dello stivale più famoso del globo, abbiamo avuto modo di fare conoscenza con gli esilaranti Mimmo, Furio e Pasquale, tutti con il volto dell'attore-regista Carlo Verdone, protagonisti della sua seconda fatica dietro la macchina da presa, dopo "Un sacco bello" (1980): "Bianco rosso e Verdone".
Un lungometraggio destinato a diventare, con il trascorrere del tempo, un caposaldo della risata tricolore e che ora ci offre l'occasione di riparlarne grazie alla sua uscita su supporto digitale, presentato alla stampa romana il giorno 23 novembre 2006 dal comico romano, affiancato da Luciana Migliavacca, amministratore delegato di Medusa Home Video.
"L'Italia è un paese in cui si prende molto in giro la gente, però la satira e l'imitazione vanno bene fino ad un certo punto, i comici attuali dovrebbero inventare nuovi metodi per far ridere".
MIMMO + FURIO + PASQUALE= CARLO VERDONE
La storia del film è ormai più che risaputa: siamo in periodo di elezioni e seguiamo quindi il viaggio dei tre caricaturali protagonisti verso le urne: il giovane ed imbranato Mimmo, praticamente un clone del Leo di "Un sacco bello", parte da Vicenza per recarsi a Roma in compagnia dell'anziana nonna, dove è diretto, da Torino, anche il logorroico e pignolo Furio, con occhiali da vista e barbetta alla Nerone, padre dei piccoli Anton Giulio e Anton Luca e marito della povera Magda; infine, decisamente opposto rispetto alla figura di Furio è Pasquale, sciatto e con maglietta rialzata che lascia vedere una pelosa pancia scoperta, emigrato a Monaco di Baviera e che fa ritorno a Matera, esprimendosi attraverso la gestualità e senza mai pronunciare una parola… almeno fino al memorabile epilogo, nel quale spurga tutto il suo sfogo nei confronti di una vera e propria Italia ladrona.
"Il primo film è come il primo figlio, non si scorda mai: io di 'Un sacco bello' ricordo tutto, dal primo giorno di lavorazione, in cui Sergio Leone mi venne a prendere con la macchina, al resto. Tra i miei film credo di preferire 'Al lupo, al lupo', in quanto, in qualche modo, riguarda metaforicamente la famiglia Verdone, però sono anche indeciso tra 'Maledetto il giorno che t'ho incontrato' e 'Compagni di scuola. Mi piacerebbe tanto tornare a divertirmi con caratteri come quelli di 'Bianco rosso e Verdone'". [continua...]
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