28 Gennaio 2008 - Conferenza stampa
"Asterix alle olimpiadi"
Intervista ai registi e al cast.
di Federico Raponi

I registi Frederick Forestier e Thomas Langmann (anche co-produttore), gli attori Gerard Depardieu, Clovis Cornillac, Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Vanessa Hessler hanno presentato il film "Asterix alle olimpiadi" in conferenza stampa a Roma

Come si sente a vestire di nuovo i panni di Obelix?
Gérard Depardieu: è l'arte. Obelix mi piace, non vuole il potere ma divertirsi, essere innamorato della vita. Ha il temperamento che amo, non ha mai cattivi pensieri, è vicino a quello che può essere un bambino: si sorprende per la Natura, il cibo, l'amore anche se non lo prova in prima persona. Rappresenta un qualcosa che al giorno d'oggi è straordinario. Lo adoro, non c'è nulla da fare: mi assomiglia sempre di più. I supereroi dei fumetti americani come Batman e Spider man devono salvare l'America, lui invece se ne frega, gioca con la sua forza, non ha nessuna missione. Vuole solo dar da mangiare al suo cane e ascoltare gli innamorati.

Rispetto al fumetto?
Frederick Forestier: abbiamo voluto aggiungere qualcosa, altrimenti il film sarebbe durato 45 minuti, come il rapporto tra Cesare e Bruto, oppure gli sportivi, che hanno partecipato a titolo gratuito, versando il proprio cachet ad un Istituto del cervello e del midollo spinale.

I riferimenti all'oggi?
Thomas Langmann: il fumetto è pieno di riferimenti all'attualità e strizzate d'occhio, una parodia verso il mondo moderno di allora, gli anni '60. Come omaggio al fumetto abbiamo voluto continuare così.

Come è stata l'esperienza degli italiani?
Vanessa Hessler: ho imparato il francese, ed è stato un onore lavorare in un cast importante.
Luca Bizzarri: quando il cast comprende Delon e Depardieu non ci vuole molto a convincerti. E poi Asterix lo leggiamo fin da bambini, partecipare al film è stato un po' un sogno.
Paolo Kessisoglu: un'esperienza bellissima. Con Depardieu è stato divertente, lui è sempre così, sopra le righe. Delon invece lo abbiamo visto dalle gradinate opposte, forse voleva starci lontano. Poi il film è stato girato prima e dopo i mondiali di calcio e la finale Italia-Francia, per cui sono stati carini a non trattarci male.
Frederick Forestier: Delon si voleva vendicare, ma l'abbiamo impedito.

Gérard Depardieu: amo molto girare con gli italiani, come con Benigni nell'altro Asterix, sono semplici e dotati allo stesso tempo.
Thomas Langmann: stavamo cercando degli attori italiani, abbiamo visto "le iene" e ci siamo innamorati del loro umorismo.

Come cucinerebbe il cinghiale? (l'attore è appassionato di cucina, ndr)
Gérard Depardieu: ci sono tanti modi. Ma verrei preso di mira dagli animalisti inglesi, che attaccano non solo quelli che mangiano carne, ma anche uova. Adoro mangiare. In Italia piace a tutti e si mangia molto bene. E' la cucina migliore, casalinga e tradizionale. Sul set la cantina l'ho dovuta portare io, era difficile mangiare bene, mentre per fare un film bisogna mangiare e bere bene. L'ho imparato da Ferreri, Tognazzi, Gabin, e questo valeva anche per i gladiatori.

Fa sport?
Gérard Depardieu: lo sport della forchetta. Ne ho fatto molto prima, ora sono un po' sovrappeso. Mi hanno fatto mangiare molto, e ho avuto dei problemi che mi hanno portato alla forchetta. Dovrei camminare, correre. Mi piace il motociclismo, il calcio, la formula 1.

Come è stato lavorare con Depardieu e Delon?
Frederick Forestier: hanno girato solo una scena insieme. Gerard scherza molto, mette tutti a loro agio. Con Alain invece eravamo tutti sull'attenti. Sono dei professionisti, è un piacere lavorarci insieme.
Thomas Langmann: Obelix lo poteva fare solo Depardieu, nessun altro. C'è un'identificazione. Delon era tanto che non lavorava. Ha fatto Cesare per il suo carisma. Si dice che parli di sè in terza persona, ma ha senso dell'umorismo. Per noi è stato rendergli un omaggio, non volevamo prenderlo in giro.

Aneddoti?
Gérard Depardieu: tante scenette, perchè era talmente pazzesco, come un circo. Gli effetti speciali diventano disumani, è diverso, ormai si lavora altrove rispetto al set. E' una condizione più ingrata rispetto alle commedie. Io avevo legato con Paolo e gli amici italiani, è un mio piacere guardarli. Con Scott in "1492" non lavoravi su uno sfondo blu, le tre navi c'erano veramente. Qui è stato bello vedere la preparazione della corsa delle bighe, ci sono voluti tre mesi per far andar d'accordo i cavalli.
Frederick Forestier: per gli attori "one man show" in realtà non è piacevole, oggi magari si gira 2-3 minuti al giorno. La corsa delle bighe ci sono volute 6 settimane per girarla, è stata provata molto. Il film ha richiesto molti effetti speciali.

Come è stato impersonare Asterix?
Clovis Cornillac: è un personaggio noto, radicato nell'inconscio collettivo. Io l'ho conosciuto già da adulto. Non mi sono fatto troppe domande su di lui, altrimenti mi sarei spaventato. Volevo farne un'interpretazione un po' diversa, ma semplice. Lavorare con Delon e Depardieu è un piacere, la felicità dell'attore.

Perché coinvolgere la Ferrari?
Thomas Langmann: Michael Schumacher è popolarissimo anche in Francia. Jean Todt è una star, per me è stato un incontro significativo e importante. Nonostante gli impegni, Schumacher mi ha sempre assicurato che sarebbe venuto, a condizione che il logo dell'Istituto fosse dappertutto. I mondi del cinema, con le sue pause, e della Formula 1 sono diversi, e per loro l'esperienza è stata divertente.
Gérard Depardieu: la Ferrari ha un fascino che manca alla Mc Laren. Todt è un piccolo gallo. La corsa delle bighe è magnifica, e senza la Ferrari non avrebbe potuto esserci. Questo è stato il clou.

Su quali basi sceglie i film?
Gérard Depardieu: per Asterix non scelgo, anche se il precedente non mi corrispondeva. Scelgo la gente, non il copione. Oggi il cinema è un'industria, sempre più americanizzato. I soldi vengono dalla TV e non si rischia. Per fortuna ho lavorato in paesi che non perdono la loro cultura.

Un kolossal europeo…
Thomas Langmann: era un dovere che il 3° film fosse una sintesi del 1° e del 2°. Perché altrove il 2° era andato meno bene, in quanto molto francese. Quindi lo abbiamo voluto rendere più internazionale, per tutte le età, e adatto a rivaleggiare con i prodotti USA mantenendo l'identità.
Gérard Depardieu: i personaggi sono europei, senza romani non ci sarebbe stato Asterix.

Un'opinione su Delon come artista e come uomo?
Gérard Depardieu: è un uomo incredibile, dal destino eccezionale e con una grande carriera. Ha lavorato con maestri come Visconti, il cinema di allora era fantastico. Però poche volte ha avuto buone opportunità, è stato più un "character" di cui i registi si sono serviti. L'esperienza militare gli ha dato una certa tempra. E' una persona molto complessa, interessante, anche tenera. Generoso, perché non è facile convivere con una personalità così contraddittoria. Mastroianni è stato più popolare, lui più leggenda. Conoscendolo, ti conquista. E' come un felino, sempre guardingo e sul "chi va la".
Thomas Langmann: da piccolo leggevo Asterix e vedevo i film con Delon, il più bell'uomo al mondo. Quando entra nella stanza te ne accorgi. Gli è piaciuto giocare con la sua immagine.

E' al lavoro su qualche progetto?
Gérard Depardieu: sto girando diverse cose in giro, ma non so cosa. Prima si girava e si sapeva quando il film sarebbe uscito, oggi ci sono due economie: le riprese e l'uscita. Ho 5 film in caldo. Vorrei fare come Benigni con Dante, e recitare Sant'Agostino, che fa parte delle nostra radici. Meglio del rock, che va bene 5 minuti, mentre Dante è una sensazione magnifica.

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