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"IL 6º GIORNO"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.
Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi |
Diario del "Visionario"
(martedì 23 Gennaio 2001)
Ragazzi! RAgazzi! RAGazzi! RAGAzzi! RAGAZzi! RAGAZZi! RAGAZZI! RAGAZZIIII! Non so se è chiaro, ma sono uscito esaltato dalla sala, e non perché mi hanno regalato un ombrello con il logo del film.
La trama non è per nulla banale e sfrutta delle idee abbastanza innovative. È ovvio che ci muoviamo comunque all'interno di un film d'azione, dai toni piuttosto esagerati, che si colloca sul confine tra scienza e fantascienza in un futuro molto prossimo.
L'eroe, questa volta, è un uomo "ordinario", se così si può definire Schwarzenegger, catapultato in un intrigo più grande di lui. In un prossimo futuro, dove ormai la clonazione è all'ordine del giorno, il governo con una legge, denominata "Sesto Giorno" in omaggio alla Bibbia, ha proibito la clonazione umana. Come tutte le leggi, anche questa viene disattesa, seppur apparentemente a fin di bene, da una multinazionale che per errore clona il nostro eroe. A questo punto uno dei due è di troppo e va eliminato per non creare allarme nell'opinione pubblica. Indovinate un pò: Arnold non è d'accordo, visto che lui è la vittima designata.
Il film, con scene ad alta spettacolarità, presente parecchi siparietti umoristici che sfruttano la vena umoristica del colosso austriaco. Il cast è di un buon livello, ma su tutti svetta Robert Duvall, che seppur relegato in un ruolo secondario, riesce ad esprimersi ad altissimo livello.
Buona la regia, ma fantastici gli effetti speciali, con l'unica eccezione della scena del decollo/atterraggio degli elicotteri, in cui, ad un occhio esperto, appare visibile la texture del panorama artificiale. Sicuramente il lavoro più impressionante, però, non è tanto nelle scene in cui vediamo balenare laser sullo schermo, ma nel lavoro di scenografia, che ci regala una realtà futuristica molto credibile. Il pagamento attraverso impronta digitale e il frigorifero in grado di ordinare gli alimenti mancanti sono due idee che sicuramente vedremo sviluppate nel prossimo futuro.
La chicca: Il marchio della compagnia specializzata nella clonazione dei cuccioli, la "Re-Pet" (il cui significato è un gioco di parole tra "Ripeti" e "nuovo-cucciolo", è stato regolarmente registrato dalla casa di produzione, chissà che non si voglia gettare nel business.
La frase: "Ho solo ripreso le redini da dove Dio le ha lasciate!"
Indicazioni: Decisamente per tutti, tranne per coloro che prevedono soltanto la visione di film "impegnati".
Valerio Salvi
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