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Seven SistersLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Redazione FilmUp.com28 novembre 2017Voto: 6.5
Che futuro può esserci per l’umanità in un mondo sovrappopolato, in cui il cibo scarseggia e le risorse naturali si stanno esaurendo? Probabilmente nessuno. Ecco allora che in “Seven Sisters”, ambientato nel 2073, si cercano delle soluzioni a questo problema, come aumentare, per esempio, con la manipolazione genetica la produzione di cibo. Questo però ha degli effetti negativi che accrescono il problema; infatti, in seguito alla manipolazione genetica del cibo aumentano i parti plurigemellari. Che fare allora? La soluzione trovata da Nicolette Cayman, una sempre convincente Glenn Close, non ci è così sconosciuta: per legge le famiglie potranno avere un solo figlio. I fratelli e le sorelle dovranno essere ibernati e risvegliati solamente quando la situazione sarà sotto controllo.
Ma quando Karen Settman muore dando alla luce, in una struttura clandestina, ben sette gemelle, suo padre Terrence (Willem Dafoe) le promette che le avrebbe protette ad ogni costo. Ma come? Per potersi muovere in città ogni persona viene scansionata e verificata, per cui le piccole non potrebbero mai uscire tutte insieme. Ecco che allora Terrence decide di chiamare ognuna di loro come un giorno della settimana, il giorno in cui quella determinata gemella potrà uscire, ma tutte sotto un’unica identità: quella di Karen Settman, lo stesso nome della madre. Grazie a questo stratagemma le gemelle riescono a sopravvivere fino ai trent’anni, conducendo una vita di clausura se non un giorno a settimana e potendo essere solo se stesse all’interno della casa/fortezza in cui si nascondono dalla nascita. Tutto scorre fino a quando una di loro, Lunedì, non fa ritorno. Sono state smascherate? Cosa le ha tradite? O chi le ha tradite? Da quel momento per le sorelle inizia una dura lotta per la sopravvivenza; una lotta a cui il nonno le aveva preparate in ogni modo possibile, ma sarà sufficiente? “Seven Sisters”, diretto da Tommy Wirkola (“Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe ”), è un film fantascientifico ben strutturato, che mantiene un ritmo costante per tutta la sua durata, con una sceneggiatura interessante e ben sviluppata, anche se non sempre originalissima, e interpretato in maniera convincente da tutti gli attori protagonisti. Dai già citati Willem Dafoe e Glenn Close fino alla protagonista assoluta Noomi Rapace, che in “Seven Sisters” si fa letteralmente in sette. È lei, infatti, a interpretare le gemelle adulte e a ognuna di loro, grazie anche alla buona caratterizzazione dei personaggi, riesce a regalare una sfumatura differente dalle altre, tanto che lo spettatore riesce sempre a distinguerle. Riesce, inoltre, a far capire quanto il doversi fingere un’unica persona, anche se solo per un giorno a settimana, renda per le sorelle difficile capire chi realmente esse siano in realtà, nonostante le caratteristiche peculiari di ognuna di loro. Il film di Wirkola è sicuramente più originale nella prima parte e un po’ meno nella seconda, dove si dà molto più spazio all’azione. Per buona parte di “Seven Sisters” c’è un susseguirsi di colpi di scena, ma da un certo punto in poi è facile intuire come procederà la vicenda e il ruolo dei vari personaggi coinvolti, ma ciò non toglie nulla alla visione comunque piacevole di questa pellicola, ben orchestrata sia registicamente sia tecnicamente. La frase dal film:
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