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Desiderio
Un film da una trama abusata caratterizzato da una regia di maniera, può essere considerato un capolavoro? Con tutta la pazienza e la fantasia del più generoso spettatore sembra molto difficile pensarlo. E Sehnsucht - Longing del regista tedesco Valeska Grisebach, presentato in concorso al 56° Festival del cinema di Berlino non sembra costituire eccezione alla regola.
Markus è un meccanico e allo stesso tempo fa parte della squadra di pompieri della cittadina in cui vive.
Ha una moglie, che adora, ed un figlio, e la vita scorre per lui serena tra un lavoro sereno ed una casa accogliente tra persone note ed affettuose. Un giorno si reca in un altra città e conosce Rose, una cameriera, con cui intreccia una relazione. Fino ad arrivare ad un tragico epilogo. Come si può ben capire si tratta di un intreccio molto semplice che probabilmente era già datato a metà ottocento. Il fatto che il film sia stato girato con uno stile "realistico" non solo non contribuisce a dare elementi di interesse allo spettatore, ma rende una trama già scarna ancora più arida. Le motivazioni e la sensibilità dei personaggi non sono minimamente accennati, e persino i passaggi in cui Markus passa dal letto della moglie al letto dell'amante non rendono minimamente conto del mondo interiore dell'uomo. A meno che non si consideri di estrema leggibilità ed espressivo in se e per se il guardare con trasporto all'orizzonte. Che forse sarà la cifra di quel desiderio struggente ed innominato che da il titolo al film, ma che rimane inespresso ed inesprimibile, quasi presentato forzosamente allo spettatore nella sua inconoscibilità.
Markus si comporta come se tutto gli scorresse addosso e vive, per usare un termine in voga nei romanzi del primo ottocento, "macchinalmente", come i piccoli lucchetti che costruisce. Per il resto il film scorre tra piccoli dialoghi domestici apparentemente scollegati, ma che preludono alla catastrofe finale, e noiose spiegazioni sugli impianti idraulici di sicurezza nell'edilizia antincendio. Anche se c'è un incidente che potrebbe dare una svolta di un qualche interesse ad una vicenda comunque poco coinvolgente nella sua piatta quotidianità, questa non viene sfruttata, riposizionando l'intreccio sui binari del già noto.
Unico punto di un qualche interesse è in conclusione, dove alcuni bambini rievocano la vicenda a modo loro distorcendone i fatti ed il significato. Quasi a dimostrare quanto sia fuggevole la memoria delle sciagure umane. E di questo film.
La frase: "Non pensavo che avrei provato sensazioni simili nei tuoi confronti".
Mauro Corso
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