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Scontro tra titani
Louis Leterrier dirige questo remake di "Scontro di titani" (datato 1981, deboluccio, ma con un grande Laurence Olivier) di cui, in effetti, non si sentiva il bisogno. E la critica si accanisce. C’era da aspettarselo: ai critici cinematografici puoi toccare tutto, ma non Omero e la mitologia greca. Misteri del cinema, tutto a un tratto si scopre che invece che pane e Nutella da piccoli si cresceva tra letture di Omero e disquisizioni sul Caos. Il buon vecchio "Troy" con Brad Pitt fu persino "sconsacrato" dal Cinema da buona parte della critica colta; quella più malleabile, invece, uscì dalle sale con il sorriso sulle labbra. Con il senno di poi? "Troy" fu un film divertente e godibile. Questo "Clash of the Titans", invece? Vediamo... no, Omero ancora una volta non c’entra niente, e a essere onesti vaghiamo più dalle parti del videogioco che da quelle del cinema in senso stretto... Eppure ci troviamo di fronte uno dei film più spettacolari della stagione. Senza se, e senza ma. Specchio evidente di un Cinema (e una società) sempre meno attenta a finezze linguistiche e votata anima e corpo al "dio" divertimento (3D docet).
Perseo è figlio di Zeus e di un’umana, Danae. Un semidio, quindi, che vive sulla Terra e che sogna di sovvertire l’ordine delle cose che vuole gli Dei a comandare e gli uomini ad obbedire. L’occasione gli si presenta quando Zeus, istigato dal fratello Ade, libera il leggendario Kraken delle maree, una gigantesca piovra, con lo scopo di distruggere la città di Argo, dove vive proprio Perseo. Per salvare la propria gente e liberare la bella Andromeda dal destino infame a cui l’hanno costretta (legata a uno scoglio in attesa di crepare), Perseo impugna gladio e scudo e si scaglia contro gli dei...
Trama complicata sulla carta, non nella messa in scena, dove somiglia più a un fumetto che a un’opera classica. E’ "Scontro tra Titani", come si diceva, diretto da quel Louis Leterrier che aveva firmato i due "The Transporter" (adrenalina allo stato puro) e l’ultimo "L’incredibile Hulk" (un gran bel fumettone). Abbiamo esseri giganteschi da una parte e un manipolo di (semi) umani dall’altra, in mezzo Leterrier mette un po' di tutto e sembra dar retta a chiunque passi di lì per caso e gli suggerisca una scena, un mostro o un grido da inserire in sceneggiatura. Accontentando tutti (ma proprio tutti!) Leterrier forse si dimentica l’importante "materia" che aveva tra le mani e realizza un film a metà strada tra "Transformers" e "300", più godibile dei due, ma meno legittimato se si guarda alla cosiddetta onestà intellettuale.
A dare manforte a una sceneggiatura incomprensibile per chi conosca (anche solo alla meno peggio) i miti classici, troviamo il protagonista di "Avatar" e "Terminator: Salvation" Sam Worthington, piuttosto a suo agio nei panni del giovane eroe omerico. Peccato per Ralph Fiennes, nell’interpretazione meno carismatica della sua carriera. Va un pochino meglio a Liam Neeson, ma Zeus sembra essere troppo anche per lui.
Insomma, "Scontro tra Titani" è quanto ci si aspetterebbe da un film di oggi. Ragionamento nullo, urla a mazzette da venti, salti acrobatici anche quando non servono, esseri giganteschi, e belle da salvare... La buona regia di Leterrier (caratterizzata da un ritmo al cardiopalma) salva il pubblico dalla noia, ma non ditelo ai critici.
Invece che un film di intrattenimento puro, loro, forse, si aspettavano qualcos’altro.
La frase: "Liberate il Kraken!".
Diego Altobelli
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