Rush Hour - Missione Parigi
Dopo il successo di “Rush Hour – Due mine vaganti” (1998) e “Rush Hour 2-Colpo grosso al Drago Rosso” (2001), ecco finalmente il terzo film della serie: “Rush Hour- Missione Parigi”. La pellicola è diretta come sempre dal regista Brett Ratner, già autore delle due precedenti pellicole e del famoso “X-Men - Conflitto finale”, mentre la sceneggiatura è di Jeff Nathanson ed è ispirata ai personaggi creati da Ross LaManna. Nella meravigliosa e romantica città di Parigi Jackie Chan e Chris Tucker tornano a vestire i panni di una delle coppie di poliziotti più famose, interpretando rispettivamente il poliziotto cinese Lee e il detective di colore Carter. Come sempre i due poliziotti hanno fra le mani la classica “patata bollente”, già perchè sono alle prese con la mafia cinese: la Triade. L’ambasciatore cinese Han, interpretato da Tzi Ma, è sul punto di rivelare al mondo, durante un meeting internazionale contro la criminalità organizzata, la vera identità del leggendario capo della Triade: Shy Shen, perno attorno al quale ruota tutta questa imponente macchina criminale. Proprio mentre si trova davanti ai giudici della Corte Penale Internazionale l’ambasciatore viene colpito da un killer, questo dà il via alle indagini dei due detective più “casinari” della storia. Seguendo la pista ancora calda, i due arrivano fino ad una palestra di arti marziali, dove avviene un incontro/scontro fra i due protagonisti e dei piccoli feroci bambini esperti di arti marziali, tra cui uno particolarmente alto, interpretato dalla famosa star del basket cinese Sun Ming Ming, che gioca per la squadra dei Maryland Nightawks.
L’incontro fra i detective e il campione è esilarante e caratterizzato da sequenze di puro divertimento, che fanno intravedere lo spirito della pellicola, riuscendo nel contempo a velocizzare il ritmo dell’azione. Fra discussioni, liti, battute e gag anche un pò scontate, ma caratterizzate dall’interpretazione di Tucker, i nostri eroi partono per l’Europa alla ricerca di Shy Shen. Stranieri nella spumeggiante Parigi, si trovano a dover superare diversi ostacoli prima di raggiungere la meta e fra questi la “calorosa” accoglienza che sono costretti a subire dall’ispettore parigino Revi, interpretato da Roman Polanski. La sventura non viene mai da sola e, dopo aver sopportato il “simpatico” detective, i due si trovano alle prese con il tassista antiamericano George (Yvan Attal), pacifista convinto e alquanto polemico. Il ritmo diviene sempre più serrato e i due cominciano finalmente a dipanare la matassa, grazie all’aiuto del capo della Corte Penale Internazionale Reynard, interpretato dal candidato all’Oscar Max von Sydow. Con grande fatica, rischiando spesso la vita, Lee e Carter riescono a scoprire la verità, fino all’eccezionale sequenza finale, che si svolge sulla sfavillante Torre Eiffel, tra funambolici combattimenti di arti marziali, arricchiti con bellissimi effetti speciali. Questi ultimi in particolare si amalgamano bene all’interno della pellicola, riuscendo a dare un aspetto più “realistico” delle arti marziali, evitando elementi a “La tigre e il dragone”, e avvicinando di più il film ai combattimenti "all’Indiana Jones". Con un susseguirsi di battute, acrobazie, combattimenti di arti marziali, balletti e interpretazioni canore il film riesce a catturare l’attenzione del pubblico, regalando momenti di sincera ilarità e svolgendo appieno il suo ruolo di prodotto di puro svago. La struttura nel suo insieme risulta gradevole, anche se a volte ha delle leggere cadute di stile, ma comunque è molto più omogenea e meno frammentaria delle precedenti pellicole. Due sono gli elementi portanti di questo nuovo capitolo della saga: il fatto che stavolta entrambi i protagonisti sono due pesci fuor d’acqua in una città straniera, con una mentalità e una lingua decisamente diversa, e il secondo elemento è il differente legame affettivo. Il tempo passa e i due personaggi, dopo aver superato mille avventure, da “soci” qual’erano nel primo film, sono poi diventati “amici” nel secondo, ed ora qui in “Rush Hour - Missione Parigi” arrivano addirittura a considerarsi “fratelli”, superando l’ostacolo del colore della pelle e delle origini diverse. Il terzo episodio della saga non potrà non piacere agli appassionati del genere e in particolare agli amanti di questa commedia d’azione.

La frase: "Noi dobbiamo tagliare la testa di questo drago prima che ci divori".

Federica Di Bartolo

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