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La giuria
Ennesima trasposizione di un romanzo di Grisham in cui però l'imputato viene modificato da una multinazionale del tabacco ad una lobby di "armaioli", sarà forse che Bowling for Colombine ha avuto il suo effetto o che ormai fanno più paura le pistole che li sigarette.
Parte cruciale di un processo intentato per responsabilità oggettiva contro una casa di produzione di armi, è la scelta della giuria che determinerà il verdetto. Se per l'accusa l'avvocato Wendell Rohr (Dustin Hoffman / Moonlight mile) la scelta dei giurati è una questione d'istinto, per la difesa è un affare che va gestito da un esperto di chiara fama: Rankin Fitch (Gene Hackman / Behind enemy lines) una sorta di Sherlock Holmes del nuovo millennio in grado di tenere sotto controllo ogni aspetto della scelta di un giurato, sia con mezzi legali che non.
Un gioco a due come gatto e topo in cui si inserisce un altro predatore ben più pericoloso, Nichoals Easter (John Cusack / Identity), una sorta di "jack in the box" - o sorpresa nell'uovo di Pasqua come suggerisce il nome - un giurato che si è introdotto tra i prescelti con il preciso intento di pilotare il verdetto finale a favore del miglior offerente.
Gary Fleder (Don't say a word) pilota abilmente questo ibrido a cavallo tra pellicola processuale e thriller in cui lo spettatore rischia di restare sorpreso tanto quanto i protagonisti. Un montaggio serrato ed adrenalinico, a cui si contrappone una linearità dello script, tengono alta le tensione anche nei momenti di fisiologica flessione. Certo è che gran parte dell'efficacia risiede nella spettacolare bravura dei due grandi vecchi, al cui confronto il povero Cusak si eclissa completamente. Come in Heat - La sfida il momento cruciale intorno al quale si costruisce gran parte del copione, è il confronto Hackman-Hoffman all'insegna di battute al vetriolo e humor nero, che resterà impresso nella memoria a memento di tutto il film.
Curiosità: Hoffman e Hackman hanno diviso l'appartamento quando studiavano all'Actor's Studio e facevano il doppio lavoro, da allora non hanno mai recitato insieme fino ad oggi.
La chicca: uno dei giurati si chiama Lydia Deets, un omaggio al personaggio di Lydia Deitz interpretato da Winona Ryder in Beetlejuice di cui peraltro mutua l'aspetto.
La frase: "I processi sono troppo importanti per lasciarli in mano alle giurie."
Indicazioni: Per chi ama la tensione.
Valerio Salvi
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