Rogue
Assolutamente da non confondere con l’action-movie "Rogue - Il solitario", diretto nel 2007 da Philip G. Atwell e interpretato da Jet Li e Jason Statham, il secondo lungometraggio firmato dall’australiano Greg McLean – cui si deve il violento thriller "Wolf creek" – incuriosisce soprattutto grazie ai nomi coinvolti nel cast.
Infatti, accanto agli sfortunati turisti assediati su un’isoletta da un gigantesco coccodrillo affamato di carne umana, non solo troviamo un cinico giornalista con le fattezze del Michael Vartan di "Quel mostro di suocera", ma abbiamo la Radha Mitchell de "Il mondo dei replicanti" e il Sam Worthington poi protagonista di "Terminator salvation" e "Avatar".
Tutti al servizio di un eco-vengeance che, sceneggiato dallo stesso regista, si basa esclusivamente sulla lunga situazione d’assedio volta ad occuparne i totali 95 minuti di pellicola, privilegiando una lenta prima parte tempestata di riprese proto-documentario di flora e fauna locale, mentre vengono abbozzati i profili dei diversi personaggi.
Al di là di qualche segnale d’allarme che fa la sua occasionale entrata in scena, soltanto una volta superata la metà del film termina l’attesa, dandoci modo di vedere in azione il pericoloso essere impegnato a sbranare i poveri malcapitati, presi ad attuare una vera e propria lotta notturna per la sopravvivenza.
E, ottimamente creato attraverso l’uso degli effetti digitali, è proprio il mostro strisciante, come c’era da aspettarsi, il vero motivo d’interesse dell’operazione, destinata a concludersi nell’ennesimo scontro tra l’uomo e la bestia all’interno della tana di quest’ultima.
Fino al tutt’altro che disprezzabile epilogo di un croc(odile) movie sicuramente più riuscito di mediocri e contemporanei prodotti dello stesso genere quali "Paura primordiale" di Michael Katleman, ma guardabile e niente più.
La frase: "Siamo ancora nel suo territorio e questo a lui non piace".
Francesco Lomuscio
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