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Prima dammi un bacio
Una storia d'amore che dura per sempre al di là delle contingenze drammatiche che dividono due persone nel corso della loro vita: questo è il filo che segue l'opera prima (al cinema) di Ambrogio Lo Giudice. Adele e Marcello nascono nello stesso istante dello stesso giorno in un lontano aprile del 1927. Da allora i due percorrono la loro strada uniti nell'anima da una forza che, senza giri di parole, potrebbe chiamarsi amore (i due si "sposano" anche, scambiandosi due pezzi di copertone al posto degli anelli). Poi arriva la guerra che inevitabilmente divide le vite di tutti. I due bambini, prima di lasciarsi, si giurano amore eterno. Riusciranno le loro storie a riunirsi di nuovo e per sempre, diventando una storia sola?
In effetti la Storia, non solo dei due personaggi, è una specie di sottotesto dell'intero film. Dall'atmosfera di purezza (i bambini) e laboriosità (la terra che fa sudare) dello spazio che intercorre tra le due guerre, fino ad arrivare allo scoppio della seconda atrocità mondiale e il ricominciare dopo, distrutti ma fiduciosi. E poi gli anni cinquanta, i sessanta, il boom economico, la contestazione, la lotta per le questioni morali: sullo schermo passa una parte della storia d'Italia che attraversa quarant'anni appassionanti. Certo tutto questo non è che una sorta di feedback al di sotto del racconto principale che è ovviamente la storia distante ma vicina di Adele e Marcello. Se Lo Giudice avesse privilegiato la storia del nostro paese forse avremmo avuto un "romanzo" sulla falsariga di "C'eravamo tanto amati", il capolavoro di Scola. Invece il nostro regista ha privilegiato (scelta assolutamente legittima) il racconto di un sentimento amoroso che va al di là dei limiti temporali. Forse proprio in questo, però, risiede il limite del film: i due personaggi vivono come se tutti i cambiamenti, il dolore, le speranze di quegli anni non li avessero assolutamente toccati. Certo, anche questa visione potrebbe essere soltanto la legittimazione di una favola (i due personaggi che vivono in un mondo che è solo loro), però lascia dei rimpianti immaginare i due personaggi che imperterriti continuano ad amarsi, coinvolti nel cambiamento epocale del periodo preso in considerazione dal film. Sarebbe stato bello poter dire: diversi ma sempre gli stessi.
Comunque il film è decisamente gradevole, anche nel suo rimanere sotto le righe, al contrario di molto cinema italiano goffamente "sopra le righe" (d'altra parte come abbiamo detto, "Prima dammi un bacio" è una favola). La recitazione pacata dei tre attori principali (Stefania Rocca, Marco Cocci e Luca Zingaretti) aggiunge anziché sottrarre all'economia del racconto. Anche il commento musicale di Lucio Dalla non fa altro che dimostrare che questo nostro autore è proprio bravo quando vuole essere bravo.
Alla fine rimane una sensazione di semplicità che rende il film assolutamente lineare e sincero. D'altra parte perché chiedere di più alla storia di un bacio?
Renato Massaccesi
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