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Pollicino
In un cinema dove effetti speciali, computer grafica ed altre diavolerie tecniche la fanno da padrone, affrontare una favola come quella di Pollicino con il "solo" ausilio delle immagini filmiche, delle luci, della scenografia e della musica, sembra essere un'impresa ardua se non addirittura dissennata.
Anche perché quella di Pollicino è una delle fiabe più tristi che siano state scritte. Creata dalla penna del narratore francese Charles Perrault (quello di Biancaneve e Cappuccetto rosso, tanto per intenderci) la favola racconta la storia di Pollicino, quinto figlio di una famiglia di contadini poveri in canna, che, assieme ai suoi quattro fratelli viene ripetutamente abbandonato nel bosco dai genitori non potendo questi sfamare tutta la loro numerosa prole. Dopo un primo tentativo sventato dall'abile Pollicino grazie all'espediente di alcune pietruzze bianche che il bambino dissemina lungo il percorso al fine di ritrovare la strada di casa, la seconda volta l'espediente non ha successo avendo il bambino sostituito i sassolini con delle mollichine di pane che finiscono per essere mangiate da dei dispettosi uccellini. Sperduti nel bosco, troveranno riparo nella casa di un cattivissimo orco la cui prelibatezza culinaria è costituita proprio dalla tenera carne di docili bambini inermi. Ma, grazie all'intelligenza di Pollicino, ed all'aiuto di Rose, figlia degenere dell'orco per nulla intenzionata a seguire gli istinti di famiglia, i cinque fratellini riusciranno a sfuggire al terribile destino che sembrava spettargli e a far ritorno a casa, non prima che Pollicino riesca ad incontrare la regina che lo premia nominandolo suo primo messaggero. Il regista francese Olivier Dahan, al suo terzo lungometraggio, afferma di aver scritto la sceneggiatura del film senza aver prima riletto la favola, basandosi su quello che si ricordava dai racconti che da bambino gli avevano fatto. Comunque sia, il suo è stato un buon lavoro. Il film, difatti, è ben costruito, soprattutto grazie alle belle scenografie ed ad una attenta fotografia che ne coglie le colorate sfumature. Con una colonna sonora molto tradizionale nel suo impianto melodico (Joe Hisaishi l'autore delle musiche) i personaggi si muovono, nei loro curati costumi, come immaginette di un teatrino per bambini, ben dirette dal regista.
Bravi gli interpreti tra i quali ricordiamo Nils Hugon nel ruolo di Pollicino e, naturalmente, la breve apparizione di Catherine Deneuve nei panni della regina.
Tutto sommato un film discreto che, in un tempo come il nostro, tristemente ricco di tanti episodi di infanzia violata, può anche esser letto come un'amara e lugubre metafora.
Das
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