Quarto capitolo della serie "Jaws". Stavolta lo squalo riesce nel suo intento: uccide un componente della famiglia Brody, eletta come suo vero e proprio spauracchio. In nove anni il nostro povero squalo trova sempre un Brody pronto a rompergli le uova nel paniere. Riesce stavolta a uccidere Sean, ma la vedova Brody e l'altro figlio sono piu' forti di lui. Urge cambiare tattica e, soprattutto, antagonisti! Stavolta con questo ennesimo seguito la stupidita' si erge a materia: illusoria la primissima parte del film: la splendida colonna sonora, prerogativa della serie "Jaws" e l'uccisione di Sean Brody (buon momento di tensione con sconfinamenti quasi nello splatter) sono il preludio alla farneticante trama: lo squalo che segue la famiglia Brody fino alle Bahamas, solo ed esclusivamente per vendetta. Un pesce vendicatore quindi, che vuole riscattare i suoi avi e crogiolarsi da vincitore sotto il sole delle Bahamas. Ma è uno squalo quasi atono, giu' di corda (infatti si vede che è finto lontano un miglio), stavolta non fa neanche un lauto pasto, e viene fatto diventare "pazzo" da delle scariche elettriche che gli vengono spedite da un apparecchio che lo si puo' scambiare benissimo per una macchina fotografica con tanto di flash. Attori sprecati con recitazione da cani, con Michael Caine che sembra un pesce fuor d'acqua, ancora piu' spaesato dello stesso squalo dopo i flash dello strano apparecchio: la vedova Brody rappresenta la paranoia imperante nel film: vede squali anche in camera da letto! Il regista poi sembra quasi sfaticato: ricicla addirittura scene dal primo "Jaws", come lo squalo che va a fondo dopo essere stato ucciso. Siamo quindi su un livello demenziale e comico involontario puro: da salvare la colonna sonora e la fotografia. Il resto si puo' buttare tranquillamente. Il quinto episodio se mai verra' girato sara' senz'altro un capolavoro rispetto a questo.