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Viale del tramonto

Opinioni presenti: 96
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Veramente bello

(9/10) Voto 9di 10

L'ho molto apprezzato..Certo, questo film non regge il confronto coi suoi colleghi d'oltreoceano, opere di vistonti o rossellini, ma è molto bello..ha un fascino decadente, l'ho trovato molto profondo. forse non ho apprezzato troppo la Swanson verso la fine, poiché, nel tentativo di fisicizzare la mania della protagonista al culto d'un passato che si ostina a non vedere come morto,e che la spingera' poi alla pazzia, assume una mimica facciale insonsistente, fossilizzata in un espressione satanica (osservatele le cavita' degli occhi..)..tralasciando questo, e anche l'improbabile ruolo del maggiordomo quale primo marito della diva/padrona, ritengo il film all'altezza della sua fama. la scena finale è grandiosa, incarna perfettamente la situazione, in tutta la sua solenne tragicita', di questa donna che non accetta di non essere piu' la stella del firmamento hollywoodiano..



Enrico, 19 anni, Bari (BA).




"Io sono ancora grande, è il cinema che è diventato piccolo!"

(10/10) Voto 10di 10

Sono sconcertato dalla bassissima media di questo film, ancor più dal fatto che quelli che hanno denigrato il film siano più di quanti lo amano, e dalla saccenza e stupidità delle loro opinioni. Viale del Tramonto è un capolavoro immortale, una lezione di cinema in ogni particolare. Me lo sono visto non aspettandomi più di un onesto noir, vecchiotto e sorpassato. Non ho mai potuto soffrire certi aspetti dei vecchi film, dai dialoghi stucchevoli ai doppiaggi orrendi, alla recitazione impostata. Ma mi ha conquistato subito. C'è aria di immortalità, e l'intero del cadavere di William Holden galleggiante nella piscina, con in sottofondo lui che si racconta da morto, già lascia presagire tutto. Sì, il film è vecchio, e anche datato. E' un difetto? State zitti e contemplate la Settima Arte. Assistete alla più amara critica al mondo di Hollywood, che distrugge in un attimo i suoi miti, e alla sete di apparire che porta alla pazzia la protagonista. Una grande Gloria Swanson da' vita al personaggio di Norma Desmond, una diva del muto dimenticata da tutti, chiusa nella sua decadenza e prigioniera della propria solitudine. L'interpretazione di questa grande diva del muto (come la protagonista) lascia davvero a bocca aperta, è la classe di un attrice che può permettersi qualsiasi tic e gigioneria senza stonare, come chi il cinema ce l'ha nell'anima. Questa figura terribile e sublime ad un tempo incarna morbosità e inquietudine, con una Swanson capace di passare da un'arringa contro il cinema, ad un'impressionante imitazione di Charlot (con tanto di baffetti finti e bastone molle), ai pianti disperati alla pazzia conclusiva. Ed è la regia di Wilder a sottolineare questa alchimia, coprendo il tutto di un tetro lusso, insinuando nello spettatore una costante angoscia, ed ogni apparizione di Norma Desmond suscita inquietudine, rispetto e tristezza per questa figura tragica. Le inquadrature sono ora alte, a illustrare la lugubre abitazione della Desmond, ora basse, a inquadrare un cadavere in acqua o un gelido primo piano. Accanto a lei, William Holden è arrivista e falso, un subdolo che si lascia adescare da Norma e approfitterà subito del suo amore per poi tentare la fuga con un’attricetta; pagherà la sua sete di celebrità, ad opera di una Diva ridotta l’ombra di se stessa. Il tutto in un misto di finzione e realtà che rende il tutto ancora più inquietante. Vediamo veri produttori e registi, come Cecil B. De Mille che fa se stesso, o il regista Eric von Stroheim nel ruolo di maggiordomo ed ex marito di Norma Desmond. L’immagine dell’attrice si perpetua, nella morbosa magia del cinema, nel rullo di pellicola, restituendo l’immagine di lei col trucco pesante e le dita verso la cinepresa, in quell'ultimo ciak prima di vivere i suoi sogni di pazza in manicomio: caduta dagli altari alla polvere. Forse continuando a sognare dentro quegli scatti di celluloide, ci è rimasta l’immagine di lei che avanza altera verso la telecamera, chiudendo questo capolavoro eterno.



Fabio, 17 anni, Bari.




delusa

(1/10) Voto 1di 10

sono rimasta delusa da quasto film. la storia inizialmente originale presto si annoda su se stessa. Non credo si tratti solo dell' epoca nel quale è stato girato, atri film del tempo risultano più brillanti e scorrevoli. D'altra parte il regista Wilder è stato senza dubbio più bravo con commedie leggere e briose.



Elena, 55 anni, Bologna (BO).




Poema nostalgico

(10/10) Voto 10di 10

Unanimamente considerato uno dei più grandi capolavori della storia del cinema,"sunset boulevard" di billy wilder,si presenta fin dall'inizio come un pefetto mix di tecnica e sentimento. la costruzione circolare, che partendo dalla fine dona al lavoro l'aspetto di un vero viaggio a ritroso, e la presenza di un narratore ormai morto (e della sua voce off..o over?)rendono il film interessante e curioso fin dalle prime scene..ma è la patetica storia di norma desmond,star dell'epoca del muto ormai decaduta,e del suo rapporto con joe gillis, sceneggiatore costantemente al verde, a rendere lo spettatore letteralmente schiavo del film, coinvolgendolo dalla prima all'ultima(mitica!!!)battuta.così, fra scene indimenticabili e straordinarie citazioni filmiche, strizzando come sempre l'occhio ad un passato da conservare nostalgicamente, wilder dona al pubblico degli anni'50 (ma a tutti i posteri più in generale!)la possibilità di rigustarsi chaplin, keaton(in un cameo da brivido!)di rivedere il volto (già utilizzato ne "la grande illusione" da renoir)del celebre regista di "greed" eric von sroheim,di muoversi tra gli studi vuoti e deserti di hollywood,di ammirare cecil b.demille("sesso,sangue,bibbia"se non ricordo male era il suo motto!)al lavoro,e soprattutto di rimanere di stucco di fronte ad una gloria swanson che senza alcun timore mette in scena se stessa,la sua crisi di mezza età, il suo nostalgico legame ad una splendida vita passata,la sua impossibilità di catturare ancora una volta l'attenzione di quella luce che, illuminandola l'ha resa celebre."io sono sempre grande,è il cinema che è diventato piccolo",e per di più,è morta anche la scimmia...



Barbara, 20 anni, Bologna.




Non vi perdete nulla

(1/10) Voto 1di 10

Aspettative molto deluse da questo film,la trama è troppo confusionaria ed è sviluppata male,nel susseguirsi della vicenda risulta essere troppo lento e noioso con dei dialoghi fin troppo lunghi. Il regista poteva, lo doveva, rendere molto interessante. con una trama più intricata è con molti colpi di scena ma in questo caso non ci è saputo fare.Peccato voto :0



Cesarina, 32 anni, Bolzano (BZ).





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