Vedendo questo film si sente non poco che i tempi sono cambiati, e con essi sono cambiati completamente il parroco, il sindaco e tutti gli altri, gli anni 80 non ricordano affatto i primi anni del dopoguerra in cui ognuno a modo suo cercava di creare un mondo nuovo e moderno. Il Don Camillo di Terence Hill rappresenta di più l'epoca in cui dopo gli anni 70, gli anni di piombo si respirava un'aria più tranquilla, di riposo, e in un paesino chiamato brescello molte persone annoiate, in particolare Don Camillo e Peppone si facevano scherzi a non finire e si ricattavano non tanto per costruire un mondo migliore ma più che altro per passare il tempo. Per quanto riguarda il film sembra ben interpretato da un carismatico Terence Hill, anche se non ha nemmeno un pò di accento emiliano, molto meglio Colin Blakeli nella parte di Peppone, simpatica l'idea di mettere Andy Luotto nel ruolo dello Smilzo. Imbarazzanti fino al midollo le musiche e le canzoncine anni 80, e tutte le parti che riguardano bambini e ragazzini, vedi la parte del balletto di don Camillo che balla in chiesa con le ragazze. Una buona idea anche quella di modernizzare don Camillo facendolo marciare più con la moto da cross che con la bicicletta. I duetti di don Camillo e Peppone sono buoni, ma più che ricordarmi i grandissimi Fernandel e Gino Cervi mi hanno fatto tornare in mente Gastone Moschin e Lionel Stander di Don Camillo e i giovani d'oggi. Molto ben curata e abbastanza divertente la vicenda in cui don Camillo ricatta Peppone fregandosi un pò dei soldi che ha vinto al totocalcio. comunque sono rimasto contento nel rivedere Brescello, questa volta a colori e nel notare che il paese, tranne qualche fabbrichetta non è cambiato molto. Ed è piacevole vedere Terence hill capace di tirare avanti da solo l'andazzo di un film per una volta senza Bud Spencer, anche se il remake non è del tutto riuscito, ma salvato in parte dai due protagonisti e dalle ambientazioni.