Le tre parole con le quali ho intitolato la mia recensione dovrebbero fornire subito l'idea generale che mi sono fatto guardando questo film...e che incoronano ingmar bergman come uno dei più intelligenti e complicati maestri che il cinema abbia conosciuto.
ho usato il termine "complicato" perchè questo capolavoro rappresenta un tipo di cinema non facilmente comprensibile e che richiede un certa "applicazione" del proprio cervello per comprenderlo appieno a apprezzarne il fascino(ragion per cui non ci si aspetti di vedere un opera di bergman in stile "pop corn e coca cola"come se si stesse guardando un action-movie,e lo stesso discorso vale,ad esempio,per maestri come luis bunuel o s.kubrick). premesso questo importante particolare,posso dire con assoluta certezza,che questo film si porta addosso molteplici significati e molteplici chiavi di lettura non tanto ideologica quanto soprattutto psicologica.
questo film è,contemporaneamente,un film sulla coscienza,un film sull'anima,un film sulla memoria...un film che scava nell'passato e nelle coscienze degli uomini(in questo caso,l'anziano isak borg)e ne riporta alla luce egoismi e rimorsi con una rarissima forza visiva e inquietante,tanto che,a tratti,si potrebbe addirittura definire surreale e somigliante allo stile di certi film di bunuel(da notare,appunto,la bellissima parte dell'incubo iniziale per le strade vuote del paese)anche se, forse,bergman si spinge addirittura oltre lo stile surrealista e si getta in una profonda analisi non tanto di un singolo uomo,quanto di tutti gli uomini.
la fusione tra il presente e i ricordi del passato è praticamente perfetta e tutti i personaggi sono assolutamente "amalgamati"con questo autentico "labirinto della coscienza e dell'anima" di 91 minuti... e,secondo me,è difficile trovare altre definizioni...stupendo...magistrale...eterno...
Sono contenta di vedere che tra le tante recensioni di film, diciamo così, da multisala, ci siano anche film come "Il posto delle fragole"...ed è un peccato che registi come Bergman non vengano passati neanche in tv...Ho visto questo film tre volte, la prima volta studiando alcune sequenze in particolare (per un esame)...e credevo di sapere tutto sui significati, etc...poi riguardandolo per altre due volte, ogni volta, scoprivo cose nuove...fantastica la sequenza del sogno iniziale, l'intreccio di inquadrature oblique e orizzontali (che danno il senso del chiuso e dell'aperto), per non parlare di Sjostrom...eccezionale!!! Un'artista anche davanti alla macchina da presa!...starei qui ore a parlare di questo film...e di tutti gli altri film di bergman che meritano di essere visti nel loro insieme...Grazie Ingmar...con le tue storie mi hai fatto sognare, emozionare, e riflettere!!!
Una favola, un road-movie, un elogio alla memoria e al ricordo dei tempi passati, àncora di salvezza e sicuro rifugio nei momenti di tetra solitudine. E così vedi Isaak Borg (che ha le stesse iniziali di Ingmar Bergman), vecchio medico decrepito che "è morto pur essendo vivo", rinascere, commuoversi e gioire come un bambino, grazie anche alla straordinaria spontaneità e spensieratezza della giovane coppia che lo accompagna durante il viaggio. Da brivido la sequenza onirica iniziale. Può darsi che Cameron Crowe abbia attinto da quella scena per costruire l'inizio del suo 'Vanilla Sky', può darsi che Bergman abbia letto Wordsworth, può darsi che io non abbia capito nulla di questo film, quel che è certo è che mi è piaciuto molto e che mi ha insegnato qualcosa...