Già il racconto del grande Richard Matheson "Im a legend" era un gioiellino perché rovesciava il tradizionale concetto uomini contro mostro, con l'umano visto come anomalia dalla comunità di vampiri. Il film migliora persino il libro accentuando il contrasto tra scienza e ragione da una parte e istinto e massa dominata solo dai bisogni primari dall'altra. Strepitosa la battuta di inizio pellicola di un Charlton Heston come sempre credibile nel ruolo di eroe: "Film come questi non ne fanno più". La dice dopo aver visto un film al cinema (era Nashville?) e poi esce in una Los Angeles deserta e invasa dalle cartacce.
Da rivedere assolutamente perchè dimostra che quando lo spunto di partenza è buono, la regia sicura e gli attori in parte (bravo anche il cattivo Zerbe) non c'è bisogno di ricorrere a trucchi digitali o violenza e sangue in abbondanza.
Film poco noto della filmografia di Charlton Heston, buona sceneggiatura, ma un soggetto fatto un pò troppo alla buona. Abbastanza patetico il finale in cui il mitra si inceppa proprio quando doveva far fuori il capo dei bianconi, e questo riesce a lanciargli una lancia dritta nel cuore da una distanza ragguardevole.
6 per la presenza ed il buon lavoro di Heston doppiato una delle ultime volte da Emilio Cigoli, il doppiatore storico di Ben Hur.
Come film di fantascienza è sicuramente affascinante come molti altri della sua epoca (es: L'uomo che visse nel futuro, 2022: i sopravvissuti, tanto per citarne alcuni). Tuttavia ciò che mi ha colpito di più è il suo senso metaforico. Infatti, lo scienziato interpretato ottimamente da Charlton Heston rappresenta alcuni aspetti della natura umana: il sapere, la razionalità e la civiltà. Costui è solo contro una grossa comunità di vittime di un tremendo contagio che le ha rese allergiche al Sole e che sono restie verso la scienza e tutto quanto riguarda la vecchia società umana. I loro valori, infatti, sono la coesione interna e la lotta a tutto quanto non è sotto il loro diretto controllo, in particolare di ciò che non comprendono. La metafora sta in questo: entrambe le realtà appartengono all'uomo ed il film, oltre a rappresentare due modi di reagire di fronte ad una catastrofe, mostra anche uno dei più tipici conflitti interni all'animo del singolo. Cioè la lotta tra Ragione e Istinto.
certissimamente i film di oggigiorno sono confezionati senza la minima sbavatura. nei gloriosi tempi tutto era creato con gomma,cartapesta, modellini ecc.
ma c'era un fascino del "primitivo" che oggi si è perso e non tornerà più. questo è uno di quei casi. molto migliore di altre produzioni contemporanee e di certo a bassissimo costo. ma gli istanti apocalittici del silenzio, della città deserta (il palazzo circondato dall'acqua mentre c.h. corre in solitudine è una delle migliori inquadrature in assoluto), non sono effetti facilmente imitabili... e non costano quasi nulla. magnifico, direi sottilmente magnifico,
pur nella sua necessaria ingenuità.
dove lo troviamo, oggi, un attore con la maschera fatale e rassegnata e rabbiosa e compassionevole come C. Heston ?