On air - Storia di un successo
Spesso entrare premoniti in sala può essere un errore, ma ti può portare anche a guardare con leggerezza un film e a restare sorpreso.
“On Air – Storia di un successo” sembrava essere l’ennesima marcetta commerciale ed in parte lo è, ma è anche il racconto fresco e divertente di come è nato il più grande successo radiofonico italiano. Davide Simon Mazzoli esordisce alla regia con la trasposizione della biografia “Radiografia di un dj che non piace” dedicata al cugino Marco Mazzoli.
Tutti in Italia hanno almeno sentito nominare questo nome, che per circa 1,2 milioni di radioascoltatori ogni 15’ è quasi un fratello. Il dj anticonvenzionale viene raccontato attraverso dei flashback sin dagli esordi nel salotto di casa, fino all’incontro della vita con Claudio Cecchetto e le trasmissioni a New York.
La vita di Marco Mazzoli è quella di un figlio cresciuto all’ombra di un padre ingombrante, che non poteva pensare che il suo rampollo di ricca famiglia “perdesse tempo dietro a un microfono”. Spiderman diceva che da grandi poteri derivano grandi responsabilità e spesso avere dei genitori influenti può essere un’arma a doppio taglio, dato che non ne vogliamo deludere le aspettative.
Il dj più anticonvenzionale della storia contemporanea italiana 16 anni fa si è inventato un programma talmente fuori dagli schemi da essere licenziato dopo una “masturbazione in diretta”, ma lo share aumentato del 400% ha mostrato come certi argomenti non siano più tabù e bisogna prendere atto che Marco Mazzoli ha inventato un nuovo tipo di linguaggio e sarebbe tornare indietro la vera follia.
Il giovane Mazzoli ha le fattezze di Giulio Greco, all’esordio sullo schermo e pronto a vivere come il popolare dj il sogno di fare l’attore. La mamma è Chiara Francini, mentre la moglie di Mazzoli l’amore proibito di generazioni di teen ager Katy Saunders, diventata famosa in Italia al fianco di Riccardo Scamarcio in “Tre metri sopra al cielo”. Giancarlo Giannini e Marco Mazzocca ci regalano due divertenti camei, ma anche quello di Claudio Cecchetto è altrettanto irriverente, specie quando la troupe irrompe sullo schermo spiegando come questo film non sia né biopic né documentario ma un esperimento unico. La durata, oltre un’ora e 50, è forse un po’ eccessiva, ma essendo un prodotto che punta a portare in sala un pubblico ormai fidelizzato questo non sarà un problema.
La scelta di girare con gli attori immersi in divertenti animazioni le scene all’estero è un altro plus per il film, dato che sono realizzate davvero bene.
Mazzoli ha conquistato chi non lo conosceva con quest’opera, non avrà problemi a tenere incollata con gli occhi sullo schermo la sua numerosa famiglia de “Lo Zoo di Radio 105”.
La frase:
"Quando credi di aver toccato il fondo è lì che vinci".
a cura di Thomas Cardinali
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