CINEKULT RISCOPRE IN DVD "DJANGO" DI CORBUCCI E LANCIA "BIANCO" DI DI VITO
CON UN CAST ALL STAR COMPRENDENTE LEONARDO DICAPRIO, JAMIE FOXX, SAMUEL L. JACKSON, CHRISTOPH WALTZ E KERRY WASHINGTON, L'ATTESISSIMO "DJANGO UNCHAINED" DI QUENTIN TARANTINO È ORMAI IN ARRIVO NELLA TERRA DEGLI SPAGHETTI, DOVE VERRÀ DISTRIBUITO A PARTIRE DAL 17 GENNAIO 2013.
QUINDI, PERCHÉ NON RECUPERARE "DJANGO", LA PELLICOLA DIRETTA NEL 1966 DA SERGIO CORBUCCI CHE, OMAGGIATA GIÀ A PARTIRE DAL TITOLO DEL FILM, HA SEGNATO L'INIZIO DI TUTTO?
Un'occasione che viene offerta dall'attivissima CineKult, la quale provvede ad arricchire il proprio catalogo con il supercult che, oltre a dare notorietà Franco Nero, coinvolto nei panni del misterioso individuo che si trascina dietro una bara e che si ritrova in mezzo allo scontro tra due diverse fazioni in un paese sulla frontiera con il Messico, ha provveduto a trasformare la concezione del western all'italiana.
Una sinfonia di sangue, crudeltà, fango e morte che la label, per la gioia dei collezionisti, impreziosisce con una sezione extra costituita da una coppia di trailer, una galleria fotografica e, soprattutto, "L'uomo con la bara", ovvero quasi mezz'ora di interviste; dal protagonista a Nori Corbucci, moglie del regista, passando per il musicista Luis Enriquez Bacalov, lo sceneggiatore Piero Vivarelli e il maestro d'armi Gilberto Galimberti. Senza contare gli interessanti interventi vocali del succitato Tarantino, il quale, giustamente, paragona Sergio Corbucci a Howard Hawks, per la loro prolificità, e Sergio Leone a John Ford.
Ma non è l'unica novità del Dicembre 2012 CineKult, in quanto, dopo aver visto gli schermi di non pochi festival, esce finalmente su disco "Bianco", lungometraggio d'esordio di Roberto Di Vito che, tratto da un suo short, parte da un brutto risveglio in un "limbo" bianco.
In questo caso, sono i cortometraggi "Sole" e "Bianco", dello stesso Di Vito, e un'intervista di sette minuti al regista effettuata da "Coming soon television" a fare da contenuti speciali di un'opera singolare il cui titolo sembrerebbe essere un metaforico riferimento ad una situazione di attesa irrisolta, a un "non luogo".
Tra riflessioni coperte da bende bianche, la scoperta di essere in una prigione, senso di solitudine e nostalgia d'amore per quella che, in fin dei conti, altro non è che una storia di sequestro in cui a essere privilegiato è l'aspetto visivo ancor prima dei dialoghi ridotti all'osso.
Mentre, in una dimensione continuamente sospesa tra sogno e realtà, affiorano incubi, sogni, rimpianti, incubi, rifiuti, attese e cattiverie... ma anche un'oscura figura nera!
(17 dicembre 2012)
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