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ABSTRACTA 2007 - SECONDA EDIZIONE

MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA ASTRATTO, ROMA, 24 - 27 SETTEMBRE 2007

Dal 24 al 27 settembre 2007 si svolgerà a Roma Abstracta 2007 © - Mostra Internazionale del Cinema Astratto, uno spazio ed un luogo per il linguaggio cinematografico astratto che, secondo l'ancora oggi attualissimo pensiero di Jean Raine, viene dato sempre per morto, ma risorge ogni giorno, dagli anni '20 ad oggi.

L'ultima mostra sul Cinema Astratto organizzata a Liegi nel 1951 dal cineasta ed artista Cobra Jean Raine ebbe tra i partecipanti Fernand Léger, Marcel Duchamp, Germaine Dulac, Max Ernst, Luigi Veronesi, Len Lye, Hans Richter, Henry Moore e molti altri.

A cinquantasei anni di distanza Abstracta 2007, iniziativa oggi unica nel mondo, organizzata da ZAC in collaborazione con Link Campus University of Malta di Roma, proporrà una selezione di novanta film astratti, sugli oltre 200 pervenuti, di autori contemporanei, provenienti da tutto il mondo ed in grande maggioranza stranieri.

La giuria internazionale è composta da Americo Sbardella, Presidente(Filmstudio 80, Roma), Pip Chodorov (Re-voir, Parigi), Simonetta Lux (Università La Sapienza, Roma), Javier Aguirre (Anticine, Madrid). Direttore di Abstracta è Massimo Pistone.

Le proiezioni si svolgeranno presso l'Auditorium della Discoteca di Stato-Museo dell'Audiovisivo, il Filmstudio e la Casa del Cinema.
Durante i giorni del Festival, i muri di Roma, invece di essere deturpati dagli spray, faranno da schermo per i film astratti, primo esempio di arredo urbano non invasivo. Un pullman infatti percorrerà le vie più suggestive della città proiettando frammenti dei film in concorso.

Tra gli eventi previsti la proiezione del film del 1969 di Javier Aguirre "Espectro siete" e, in anteprima assoluta, del film di Elio Piccon "Tre tempi di Cinema astratto" del 1951, con musica composta e diretta da Roman Vlad, che sarà ospite della rassegna, il 27 settembre durante la serata finale .

Ma cosa è astratto e perché parlare ancora oggi di cinema astratto?
La definizione del critico e teorico Rudolf Kurtz come "cinema assoluto" del 1926 lascia la questione aperta e decisamente irrisolta.

Come ricorda Americo Sbardella nel suo saggio Cinema Astratto, una storia di avanguardie, per ripercorrere l'evoluzione di questo genere dobbiamo indubbiamente fare capo alle esperienze anni Venti francesi e tedesche che vedevano il transito dell'astrazione pittorica e l'eredità delle prime avanguardie trasporsi nel procedimento tecnico/linguistico cinematografico. Proprio in quegli anni Léger e Picabia in Francia, ed Eggeling, Richter e Ruttman in Germania, iniziavano a realizzare i loro film astratti.

In questo contesto non possiamo però tralasciare l'esperienza futurista, l'eco internazionale di quella estetica macchinista che, ne il Manifesto della Cinematografia Futurista del 1916, trovava una sua definizione, oltre alle ricerche visive, purtroppo perdute durante il bombardamento a Milano del 1943, dei due fratelli ravennati Arnaldo Ginna e Bruno Corra. Fu poi Luigi Veronesi, primo artista visuale italiano, a riprendere quella lezione per ricercare nel cinema un ampliamento del proprio universo artistico.

Nella Francia anni Venti la tendenza astratta non di estrazione dada (Delluc, Epstein, Dulac) rifiutava la teatralità convenzionale e la narratività drammatica del cinema dell'epoca arrivando a teorizzare un "cinema puro" (Henry Chomette) o una "sinfonia di immagini" (Dulac) che utilizzava qualsiasi elemento, naturale o innaturale, per ottenere "una serie di visioni sconosciute". L'altra vocazione restava il Dada che esprimendosi tramite associazioni casuali ritmico-figurative "in libertà" propose capolavori filmici come Entr'acte (1924) di Léger-Picabia o Le Ballet Mécanique (1924) di Léger "ossessivamente dadaisti".

All'esperienza cinematografica dada si sovrappose senza soluzione di continuità quella surrealista che focalizzò precipuamente l'esperienza onirica e la creazione di forme simboliche "spontanee" ed automatiche ampliando ancora di più l'universo del cinema astratto; L'étoile de Mer (1927) di Man Ray, La coquille et le clergyman (1927) di Dulac-Artaud, Un chien andalou e L'Âge d'or di Buñuel-Dalì, ma anche le Sang d'un poète di Cocteau rappresentano la conferma di questa tendenza.

La vocazione alla surrealtà influenzò in profondità nella tornata degli anni 40-50 anche la ricerca transoceanica dei cineasti indipendenti americani raccolti intorno alla teorica, cineasta e antropologa Maya Deren e al suo gruppo, il New American Cinema. L'attacco violento al cinema narrativo ed "espositivo" proponeva come contro altare visioni cinematografiche "evocative", atte a suscitare il concorso creativo e consapevole dello spettatore. In Meshes of the afternoon (1943) di Maya Deren, primo "trance film" americano, si fa avanti e si approfondisce il concetto di poesia nel film, una poesia che, intesa come "esplorazione verticale", si oppone alla orizzontalità del dramma permettendo allo spettatore di riempire magicamente le immagini di significato e di superare la realtà approdando a mondi invisibili celati alla mente razionale.

Il New American Cinema come fenomeno complesso e vasto approda sino ai nostri giorni e "può essere definito astratto senza che questo crei eccessivi problemi teorici… in un'accezione più ampia e complessa rispetto a quella degli anni Venti"; Stan Brakhage, uno dei suoi massimi teorici ed esponenti ha continuato a lavorare sino al 2003, anno della sua morte.

In collaborazione con:

Link Campus University of Malta di Roma
Comune di Roma Assessorato Politiche Culturali
Instituto Cervantes di Roma
Provincia di Roma
FilmStudio80
Discoteca di Stato Museo dell'Audiovisivo
ZAC

Ingresso: Filmstudio 3 euro
24 settembre - Inaugurazione presso la Discoteca di Stato -Museo dell'Audiovisivo INGRESSO LIBERO
27 settembre - Serata finale con premiazione - Casa del Cinema - INGRESSO LIBERO
info: tel. 06-45470874

(24 Settembre 2007)


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