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Nebbia in agosto

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Rosanna Donato10 gennaio 2017Voto: 8.0
 

  • Foto dal film Nebbia in agosto
  • Foto dal film Nebbia in agosto
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Tutti conosciamo le atrocità di cui è stato capace Hitler, ossessionato dal suo sogno di un Paese composto da soli tedeschi, dove coloro che erano di troppo, o a causa della razza o perché non erano considerati “perfetti” per i canoni hitleriani, venivano eliminati per favorire l’ascesa della Razza Ariana Superiore. Lo sappiamo perché lo abbiamo studiato sui libri, ma anche perché è un argomento di innumerevoli produzioni per la televisione e il cinema, come questo nuovo progetto di Kai Wessel, “Nebbia in agosto”.
Ambientato nella Germania del Sud dell’inizio anni ’40, il film racconta la vera storia di Ernst, un ragazzino orfano di madre, molto intelligente ma disadattato. Le case e i riformatori nei quali ha vissuto l’hanno giudicato "ineducabile” ed è stato confinato in un’unità psichiatrica a causa della sua natura ribelle. Qui però si accorge che alcuni internati vengono uccisi sotto la supervisione del dottor Veithausen. Ernst decide quindi di opporre resistenza, aiutando gli altri pazienti e pianificando una fuga insieme a Nandl, il suo primo amore. Ma Ernst è in realtà in grave pericolo, perché è la dirigenza stessa della clinica a decidere se i bambini dovranno vivere o morire.

Il regista Kai Wessel ha dato vita a un progetto degno di nota, in grado di mostrare uno spaccato di storia reale, intenso e drammatico. Caratterizzato da un andamento lento ma adatto al genere di vicenda raccontata, il film non delude. Nonostante il ritmo sia poco vivace, infatti, la pellicola non annoia mai, neanche durante le scene più riflessive e in quelle dove in realtà accade poco e niente. Quando si è provvisti di una buona sceneggiatura e dialoghi serrati, diretti, mancano pochi elementi per realizzare un progetto che sappia mantenere l’attenzione del pubblico dall’inizio alla fine. Quando poi le storie narrate sono accadute veramente nella realtà, il tutto prende una direzione più avvincente, interessante anche dal punto di vista emozionale.
Quante volte vi è capitato di guardare “Il bambino con il pigiama a righe” e rattristarvi sapendo che certe situazioni non sono solo frutto di alcune fantasie? Questo è ciò che succede guardando “Nebbia in agosto”, anche se a piccole dosi. Il regista infatti ha preferito concentrarsi sulla storia in sé piuttosto che sulla forza emotiva di questo genere di racconto. Ernst, interpretato egregiamente dal piccolo Ivo Pietzcker, è un bambino costretto a rimanere in un centro psichiatrico a causa di un imprevisto dovuto al certificato di residenza mancante del padre. Il piccolo, venuto a conoscenza del motivo reale per cui i suoi amici stanno morendo e con l’aiuto di sorella Sofia, cerca in ogni modo di evitare che altri pazienti vengano ammazzati.

In tutto questo troviamo il primo tema importante della pellicola: l’innocenza dei bambini, che pur di aiutare gli altri, rischierebbero di mettere in pericolo loro stessi e che spesso comprendono quanto sta succedendo ancora prima di quanto si possa immaginare.
La tematica che più emerge, però, è quella dell’eutanasia: è giusto decidere chi deve morire e chi vivere? È giusto elevarsi a un ‘Dio sceso in terra’ per inseguire un proprio credo politico? Altro tema rilevante è senza dubbio quello della speranza, unito alla fede, perché nonostante la tragica situazione, il film lascia sperare nel finale in una via d’uscita. Non tutto, come sappiamo, riesce nei migliori dei modi ed Ernst lo sa bene. Tra rare battute ironiche e scene di grande spessore e intensità, la pellicola rievoca il passato e porta il pubblico in un vortice di emozioni dettate dal cuore e dalla consapevolezza che tutto ciò poteva essere evitato se non fosse stato per le manie di onnipotenza di qualcuno.
Unica pecca è il fatto che non tutti i personaggi principali siano caratterizzati come meriterebbero, ma d’altronde per raccontare un pezzo di storia così importante è giusto dare largo spazio agli accadimenti. Avvolto da una colonna sonora dal ritmo lento ma efficace, il film è un piccolo gioiello che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita. Ne consigliamo la visione anche per l’ottima prova d’attore dei suoi interpreti, a partire dal piccolo protagonista della vicenda.


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