Moulin Rouge

Un'opera difficilmente collocabile quella di Baz Luhrmann ("Romeo + Giulietta") a cavallo tra il film onirico, il musical, la commedia ed il dramma. Di certo ci sono i due protagonisti Satine (Nicole Kidman / "The Others") e Christian (Ewan Mc Gregor / "La Minaccia Fantasma") in cui, tra l'altro, scopriamo doti canore insospettate; si forse Mc Gregor non è proprio convincente nella parte del giovane disperato alla deriva per la perdita della sua Satine, mentre è sicuramente più a suo agio nel vortice bohemien che costituisce la parte centrale del film. Di contro la Kidman, con la sue bellezza algida, ma allo stesso tempo grintosa, è una perfetta cortigiana, star e soprattutto donna innamorata.

La storia non è poi così importante, sia per la sua scontatezza ma soprattutto poiché non è altro che un pretesto per Luhrmann di mostrarci il mondo del Moulin Rouge e fotografare esplosioni di colore e coreografia.
Christian, un inglese arrivato a Parigi cavalcando l'onda del movimento bohemien, si trova sua malgrado arruolato in una scalcinata compagnia teatrale che tenta di metter su uno spettacolo per il Moulin Rouge: tempio della decadenza dell'eccesso. L'unica possibilità per Christian e quella di convincere l'impresario Zidler (Jim Broadbent / "Topsy Turvy") della bontà del testo e per far questo bisogna convincere prima la stella del Moulin Rouge: Satine. Grazie alla più classica situazione di scambio di persone, Satine scambia il povero Christian per il ricco Duca di Monroth (Richard Roxburgh / "Mission Impossible 2"). Dopo il tragico equivoco la situazione si complica quando Satine si innamora di Christian scatenando la gelosia del Duca.
Amore, passione, gelosia, tradimento, inganno ed ovviamente...morte, tutti gli ingredienti più classici vengono miscelati con una punta di ironia a creare un affresco in bilico tra serio e faceto.

Al di la delle mirabolanti scenografie e degli incredibili numeri di ballo, è la colonna sonora la vera protagonista della pellicola. Un tributo a tutti i motivi pop che hanno segnato gli ultimi cinquant'anni: da "Diamond's Are a Girl Best Friends" a "Roxanne". I pezzi, reinterpretati e riarrangiati, sono spesso eseguiti in dei medley molto accattivanti. I primi numeri del Moulin Rouge sono una cacofonia melodica e un caos visivo, un pò come la vita all'interno della "tenda rossa". Poi man mano l'ordine prende il posto del caos, e la melodia quello del ritmo frenetico.
La fotografia segue lo stesso percorso il grigiore di Parigi fa da contraltare allo splendore multicolore del Moulin Rouge ed il tutto e presentato come se ci trovassimo su un palco teatrale. L'unico dubbio è quello correlato alla parte in computer graphic: certo una ricostruzione di Parigi sarebbe stata decisamente più costosa, ma gli effetti utilizzati lasciano un pò a desiderare. Soprassediamo sulle scelte del regista di voler chiaramente dare un senso di "artificioso" alla pellicola, ma le carrellate dall'alto, seppur di grande effetto, risultano troppo finte, peccato.

Su tutti la figura di Zidler, una sorta di "Mangiafuoco" con i suoi burattini, ma con un cuore. Il successo di questo personaggio va comunque ascritto all'eccellente interpretazione di Broadbent.

La chicca: Ewan Mc Gregor aveva conosciuto il regista ad un provino, peraltro non superato, per il ruolo di Mercuzio in "Romeo + Juliet" che poi fu affidato a Harold Perinneau.

La frase: "La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare".

Curiosità: Nicole Kidman si è fratturata una costola durante le riprese delle scene di ballo e la lavorazione si è fermata per due settimane.

Indicazioni:
Non potete mancare al ritorno del musical sul grande schermo né allo sfarzo di scenografie epocali.

Valerio Salvi

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