L'ultimo crodino
La trama ricorda non poco quella de "La lingua del santo", che, diretto nel 2000 da Carlo Mazzacurati, vedeva Antonio Albanese e Fabrizio Bentivoglio impadronirsi quasi per caso della reliquia di Sant’Antonio, per poi chiedere un grosso riscatto dopo essersi resi conto del valore del malloppo.
Però, la vicenda dell’operaio delle acciaierie detto Pes (Enzo Iacchetti) e dell’autista di furgoni soprannominato Crodino (Ricky Tognazzi), onesti lavoratori talmente assillati dai debiti da spingersi a trafugare la salma del presidente onorario di Mediobanca Enrico Cuccia, s’ispira a quanto pare a una storia realmente accaduta in bassa Val di Susa.
Zona piemontese che, deturpata da abusivismi e industrializzazione, il regista Umberto Spinazzola – al suo secondo lungometraggio cinematografico dopo "Cous-cous", del 1996 – tende evidentemente a rendere protagonista assoluta del racconto, mentre, insieme all’inedita coppia comica da collaudare formata dal figlio d’arte Ricky Tognazzi e dall’Enz(in)o Iacchetti di "Striscia la notizia", v’immerge, tra gli altri, Marco Messeri nei panni di un maresciallo dei carabinieri e Dario Vergassola in quelli del compaesano Callisto.
Ma, con Serena Autieri che, a due anni da "Notte prima degli esami-Oggi" (2007), torna sul grande schermo per interpretare la moglie di Crodino, l’elaborato si presenta fin dai primi minuti di visione nelle vesti di poco coinvolgente (quando non soporifero) prodotto, caratterizzato da ritmi e look generale capaci di renderlo più vicino a una fiction televisiva che a un film destinato al cinema, complice anche un certo taglio tecnico quasi documentaristico.
E, sebbene nel corso della seconda parte la narrazione tenda più volte a riprendersi dal letargo riuscendo perfino a strappare qualche sana risata, il risultato finale, che tira in ballo anche una svolta ecologista e mira a ribadire il vecchio detto "Chi nasce povero muore povero", non raggiunge comunque la sufficienza.
Non tanto a causa di una regia priva di particolari guizzi, ma di un’intuibile incapacità di scegliere tra la strada del sorriso e quella del dramma.
La frase: "Insomma signori, mi sembra che abbiamo a che fare con gente disperata, in cerca di soldi facili".
Francesco Lomuscio
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