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Perdona e dimentica
Se c’è una cosa che si può dire del regista Todd Solondz è che sa essere veramente originale. Originale nel suo modo di vedere la vita medio borghese, originale nel suo umorismo noir, ma soprattutto, originale nel suo modo di intendere i sequel.
"Life During Wartime", infatti, può essere considerato come una sorta di seguito di due sue opere precedenti: "Happiness" e "Fuga dalla Scuola Media". I personaggi che abbiamo conosciuto negli altri film li rivediamo ora, anni dopo le peripezie passate, ma completamente cambiati. Certo, è ovvio che dopo anni, ed eventi traumatici come quelli vissuti nelle precedenti pellicole, le persone possano essere cambiate fin nel profondo. Ma Solondz, preferisce non rimanere ancorato al passato, e vuole sentirsi libero di vedere le sue creature sotto altri punti vista. Così ecco che cambia completamente cast, non mantenendo neppure l’origine razziale, e a nessuno dei suoi attori impone di rifarsi alle interpretazioni precedenti, ma anzi di lasciarsi guidare dall’istinto.
Quel che ne viene fuori è un film completamente decontestualizzato dalla saga cui appartiene, pur contente citazioni e riferimenti continui. Un’opera che gode di vita propria e per questo apprezzabile e comprensibile anche senza aver visto gli altri due.
Cambiano quindi i gli interpreti, ma cambiano anche le location, così dal freddo New Jersey si atterra in Florida, dove i colori sono più vivi e solari, ma si sposano comunque con il carattere malinconico dei protagonisti. Tutta la potenza del film è affidata alle immagini, la scenografia così assurda, quasi kitsch, si sposa bene con le storie al limite della "normalità" che vivono i personaggi, prigionieri del proprio passato che rovina il presente e mette in pericolo il futuro.
La scelta dei dialoghi poi mette in evidenza quell’umorismo noir, che riesce sempre a sdrammatizzare anche i momenti più tristi, e Solondz, sembra saper usare bene questo tipo di linguaggio, regalando momenti veramente divertenti se pur surreali, ma che in fondo ognuno di noi una volta o l’altra sa di aver vissuto, anche se in maniera meno spinta probabilmente!
La scelta degli interpreti poi è stata veramente efficace, ogni attore ha saputo dare del suo al personaggio interpretato rendendolo particolare e ambiguo.
Joy, la più piccola delle tre sorelle, che vede sempre del buono nel mondo, aiuta i detenuti ed è sposata ad un ex pervertito è interpretata da Shirley Henderson, che tutti abbiamo conosciuto nel ruolo di Mirtilla Malcontenta in "Harry Potter e la camera dei segreti", (la riconosciamo subito perché fin dalle prime immagini non fa altro che piangere... esattamente come in Harry Potter!).
Allison Janney è Trish, sposata con tre figli è l’emblema della casalinga e madre perfetta, pur avendo un marito pedofilo in carcere che dice essere morto, è sempre alla ricerca della normalità, ed è divertentissimo il discorso fatto al figlio di 11 anni sulle sensazioni passionali provocatele dall’uomo che ha incontrato.
Ally Sheedy è Helen, l’attrice, la ribelle di famiglia, soffre di manie di persecuzione, ma è convinta di avere la soluzione giusta per tutto.
Ogni personaggio regala del suo, ognuno con i suoi problemi è staccato e solo rispetto agli altri, ma a loro si lega come membro della famiglia, e questo alla fine genera un caos di emozioni che può portare a dei risultati disastrosi... ma è così che funziona ogni famiglia no?!
Situazioni paradossali, dialoghi ai limiti del surreale, ma tutto profondamente ancorato alla realtà quotidiana delle normali periferie urbane, divertente, triste, sarcastico e malinconico... questo è "Life During Wartime".
La frase: "Sei ancora bagnata?".
Monica Cabras
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