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La Rivolta delle Ex
Connor Mead è un fotografo famoso, popolare ed estremamente donnaiolo che lavora nel campo della moda. In occasione delle nozze del fratello minore si reca nella magione di famiglia. Questo ritorno al passato diventa un'occasione per rivedere la propria vita, grazie all'apparizione di tre spettri che in una notte cercano di condurre Connor sulla retta via. Il titolo originale, "I fantasmi delle ex passate", è ancora più esplicito nel suo richiamo al "Canto di Natale" di Dickens, forse uno dei testi più saccheggiati, dal cinema alla televisione, degli ultimi settant'anni. Numerosi esempi corrono alla mente, dalla "Vita è meravigliosa" di Capra fino a al classico episodio tematico dei "Simpson". La citazione del classico dickensiano ormai si appoggia su una base così consolidata nell'immaginario collettivo da essere quasi rassicurante per pubblico e produttori. Si può dire che il "Canto di Natale" sia una specie di format: già solo l'aspetto degli spettri o la rappresentazione della vita del protagonista sono sufficienti ad attirare la curiosità degli spettatori.
Nel caso della "Rivolta delle ex" il tipo di "malattia" che Connor Mead deve curare non è però l'incapacità di amare gli esseri umani, ma gli esseri femminili in particolare. Il protagonista dovrà imparar ad amare quelle donne (o in particolare quella donna, Jennifer Garner) fino a quel momento usati come oggetti nella classica tradizione - o verrebbe da dire: macchietta- maschilista.
Sembra quasi emblematico che i due ruoli maschili più forti siano ricoperti da due attori molto famosi come donnaioli, dentro e al di fuori del set, come Matthew McConaughey e Micheal Douglas. In effetti gran parte del film si poggia sull'effetto Micheal Douglas, l'unico attore dotato di un minimo di carisma e di quell'autoironia atta a rendere il film più leggero. Il resto della formula della Rivolta è dato soprattutto dal già citato "format", ormai più famoso della favola di cappuccetto rosso. Unico altro ingrediente del film sono le doti da seduttore di McConaughey, il cui personaggio dall'inizio alla conclusione non riesce a pensare ad altro che alla conquista e al successivo abbandono di donne sempre nuove.
La redenzione di questo ibrido fra Scrooge e Don Giovanni è naturalmente inevitabile e zuccherosa oltre ogni limite, tuttavia qualche risata viene strappata nei punti giusti, e qualche piccola trovata riesce a dare una scossetta al piattume generale che altrimenti affliggerebbe senza speranza questa pellicola. Sicuramente non è uno dei peggiori film che abbia interpretato McConaughey, che forse sta iniziando a scegliere le proprie parti in maniera più oculata. Certo, aspettarsi nel prossimo futuro la sua migliore interpretazione sembra alquanto azzardato, ma nella vita non si sa mai.
La frase: "Quello che non sarà per il tuo bene sarà per il mio divertimento!".
Mauro Corso
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