I cavalieri dello zodiaco - La leggenda del grande tempio
Vicenda editoriale travagliata, quella legata al brand de I cavalieri dello zodiaco, in originale Saint Seiya. L’autore Masami Kurumada, dopo aver dato i natali a metà degli anni ’80 a una delle serie per ragazzi più affascinanti di sempre, Saint Seiya appunto, ha preferito dedicarsi ad altri progetti. Destino vuole che nessuna delle altre serie a cui ha lavorato, alcune delle quali arrivate timidamente anche in Italia (B’tx, ad esempio), ha poi effettivamente ottenuto il successo dei santi di Athena. Così che nel 2002 Kurumada pensa bene di rilanciare il marchio e via un fiume di nuove avventure. Si parla di cinque nuovi manga (di cui solo uno disegnato e scritto dal nostro), parecchi special televisivi, varie serie TV e perfino un romanzo. Naturalmente non mancano anche modellini e giocattoli. Insomma, Kurumada pare proprio che a un certo punto della propria carriera abbia deciso di spremere la gallina dalle uova d’oro, disconoscendo nel frattempo molte delle serie che lui stesso aveva proposto. Il risultato è che dal punto di vista di un povero fan seguire le vicende legate ai Cavalieri dello zodiaco è diventato un delirio, per chi invece non si è mai avvicinato al lavoro di Kurumada parliamo di un labirinto narrativo difficilmente districabile. Peccato, perché se Kurumada avesse disperso meno le energie creative, a quest’ora al posto di titoli come Dragon Ball e Naruto (che devono alla semplicità creativa insita nei loro personaggi gran parte del successo) ci sarebbero proprio loro: i cavalieri dello zodiaco. Quelli che per intenderci attraversarono le dodici case per salvare la giovane incarnazione della dea Athena, nel breve lasso di tempo delle fatidiche dodici ore... lacrimuccia. Ok, calma. Facciamo un passo indietro.
In un futuro non troppo lontano, gli dei dell’antica Grecia si sono reincarnati sulla Terra. A sostenere le loro gesta vi sono ora eserciti più o meno numerosi di guerrieri che combattono a mani nude sfruttando quello che chiamano cosmo: in pratica una emanazione estrema della propria forza vitale, e tale emanazione si materializza nelle armature che indossano. Lady Isabel scopre a sedici anni di essere la reincarnazione della dea Athena, destinata a guidare gli umani verso un’era di pace. Al Grande Tempio però, Arles il gran sacerdote sta tramando alle sue spalle. Uccidere Athena per governare sul Mondo pare un piano ben scritto, e quasi ci riesce. Athena viene trafitta da una freccia e l’unico modo che hanno i cinque cavalieri di bronzo chiamati a salvarla è attraversare le dodici case che formano il Grande Tempio e sconfiggere Arles il cui potere oscuro spaventa anche gli dei...
A dirigere quello che potremmo definire come uno “spettacolare pasticcio narrativo cinematografico e concettuale” è Keiichi Sato, autore che vede i natali professionali come character design di serie di spicco come Gundam e City Hunter. Il suo lavoro, lungi comunque dall’essere deprecabile, sbatte purtroppo contro una sceneggiatura che “trita, sminuzza e affetta” i 114 episodi che formano la serie classica, quella che arrivò da noi segata a mo’ di macelleria in due tronconi agli inizi degli anni novanta (per spiegare ai non trentenni, la leggenda vuole che all’epoca una emittente privata – erano i tempi delle tv regionali - avesse comprato solo una parte della serie, interrompendone la messa in onda in pieno svolgimento delle dodici case. Ho amici che hanno perso il sonno in attesa di sapere cosa accadeva alla casa del Leone (...altri sono finiti in analisi...) Scherzi a parte, il film di Sato vuole essere una riscrittura impossibile della serie animata. Per quanto abile come regista (e Sato non lo è ancora così tanto), riassumere una storia complessa e piena di sfaccettature come quella che accompagna i nostri eroi attraverso le dodici case è un tentativo abbastanza improbabile. Non tutto è da buttare, tuttavia. La nuova caratterizzazione data alle armature e ai personaggi è ora piuttosto accattivante. Il divertimento non manca e i combattimenti sono davvero spettacolari, con picchi e dimostrazioni di forza a tratti davvero impressionanti. Peccato allora per quella sceneggiatura che parte (molto, forse troppo) ingenuamente per sfilacciarsi totalmente nelle fasi finali. A chi conosce i Saint Seiya diciamo solo: scordatevi alcuni combattimenti epocali come quelli contro Virgo e Fish; agli altri possiamo invece dire di godersi senza alcuna pretesa uno scontro finale che somiglia a un filmato di Final Fantasy. E a proposito di videogiochi, ”I cavalieri dello zodiaco – La leggenda del santuario” sembra dovere troppo da un punto di vista stilistico alle ultime tendenze videoludiche, da Tekken a Street Fighter passando proprio per gli scenari mozzafiato di un Final Fantasy. Tutto visivamente bello, ma confuso, come un autore che ha perso di vista i propri figli smarriti in mille incarnazioni.
Ottimo infine il doppiaggio originale, guidato dal grande Ivo De Palma. Un mito. Sentirlo gridare ancora “Per Athena!” vale da solo il prezzo.
“I cavalieri dello zodiaco – la leggenda del santuario”, vi divertirà. A seguire dibattito, per veri nerd.
La frase:
"Non ti preoccupare, ogni volta che cade si rialza più forte".
a cura di Diego Altobelli
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