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Kung Fu Panda
In un villaggio della Cina il panda Po non fa che sognare. Vorrebbe diventare un esperto imbattibile di Kung Fu, grazie alla guida del noto Maestro Shifu, come i suoi miti, le cosiddette Cinque Furie: Tigress, Crane, Mantis, Viper e Monkey, che stanno in cima ad un monte, a difesa della Valle. Po non ha il physique du rôle per il Kung Fu: è grasso e impacciato, ama il cibo sopra ogni cosa, è mite e chiacchierone. Aiuta nel suo piccolo ristoro il padre, Mr. Ping, un’oca (!) che ha un unico desiderio: vedere il figlio prendere in mano le redini del suo spaccio di spaghetti. Il destino di Po è in agguato: forse potrà imparare i segreti della nobile arte del Kung Fu.
A Palazzo stanno cercando l’eletto, il grande Guerriero, l’inviato per proteggere il villaggio dall’ira del perfido Tai Lung, un leopardo bianco delle nevi addestrato un giorno lontano dal Maestro Shifu, fuggito di prigione e in cerca di vendetta.
La DreamWorks fa centro. Specializzata in film di animazione controcorrente, che rifanno il verso alle fiabe classiche, stravolgendone i canoni, crea con Po il degno successore di Shrek, certo meno irriverente, più dolce e timido, ma completamente fuori parte. Insomma l’"uomo" sbagliato nel posto sbagliato. Chi scommetterebbe mai su un panda panciuto, compulsivo divoratore di cibo, dal cuore come burro, goffo e inopportuno? La DreamWorks senz’altro e l’intuizione si rivela, dopo Shrek, tra le più felici che il team abbia partorito. Un combattente che non sa di esserlo, una parodia affettuosa ai wuxiapian, le cui mosse sono riprese alla perfezione, uno stile visivo coloratissimo, accattivante, una raffigurazione minuziosa di un villaggio cinese e tanta ironia: ingredienti calibrati alla perfezione.
In più aggiungete personaggi di contorno indimenticabili e tutti caratterizzati con profondità: dalle Cinque Furie, a Shifu, al saggio Oogway, creatore del Kung Fu, a Mr. Ping, senza tralasciare Tai Lung, il cucciolo cresciuto da Shifu e pieno di rancore per il presunto tradimento del padre putativo.
La morale, che ogni fiaba deve avere, è chiara: ognuno ha il suo posto nel mondo, ognuno deve seguire il proprio destino, anche se viene ostacolato e sbeffeggiato. Il segreto per riuscire è questo: non esiste un segreto, solo la consapevolezza del proprio valore e dei propri limiti. Riuscire a raggiungere gli obiettivi sfruttando le nostre debolezze e trasformandole in forza.
La frase: "Sento la presenza del Dragone Guerriero. Non è arrivato per caso".
Giulia Baldacci
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