King Arthur
"...se non piove, nevica o c'è la nebbia..." con queste parole i cavalieri immigranti di Re Artù parlano dell'Inghilterra, che è la grande protagonista di questo film.
Le riprese di sterminati campi verdi, di boschi innevati o di un vasto lago ghiacciato, sono senz'altro un elemento determinante per immergersi nella storia epica che il film ci racconta. Per chi si aspetta dal film le gesta titaniche di un gruppo di super eroi, la delusione potrebbe essere dietro l'angolo; la narrazione si snoda tra battaglie imponenti e crisi idealistiche dei personaggi, il tutto condito con una nuova supposizione storica sulle origini e la vita del leggendario primo Re britanno.
Lo spettatore medio si scopre affascinato nel sentire nomi noti di cui non conosce la storia: Lancillotto, Ginevra, Tristano, Merlino ed ovviamente Artù, una scena dopo l'altra entrano nella storia e ne rivendicano parte della leggendarietà, così come la mitica tavola rotonda, simbolo dell'eguaglianza.
Il ritmo non è concitato come ci si aspetterebbe da un film di azione, cammina senza correre, per lasciare il tempo allo spettatore di assaporare la scena nella sua completezza.
Non tradisce però le aspettative la battaglia finale che, senza perdersi in prolungati clangori di spade e fiumi di sangue, coinvolge con riprese immersive ma ordinate.
L'esperto produttore Bruckheimer detta le esatte regole di un film per tutti: avventuroso ma non violento, accurato ma non troppo profondo, sensuale ma solo in modo sottinteso.
Gli attori, provenienti da tutto il mondo, sono bravi senza che nessuno sia una star; il regista, Antoine Fuqua, già apprezzato in Training Day (molto) e L'ultima alba (meno), li orchestra con sapienza, in un film dove tutti hanno una parte importante, come intorno alla tavola rotonda sono parimenti essenziali nello sviluppo della storia.

Particolarmente affascinante la figura di Ginevra, la donna guerriera, determinante nelle scelte di Artù, i cui panni sono vestiti dall'attrice in rapida ascesa Keira Knightley, già vista nella Maledizione della prima luna; merita anche una segnalazione uno degli attori italiani del cast: Ivano Marescotti (La leggenda di Al, John e Jack), che recita nel ruolo del Vescovo Germanius.
Un bel film, con l'abilità di non cadere in situazioni banali ed esagerazioni all'americana.

P.S. Dopo aver visto il film chiedetevi come sarebbe andata la storia se nessuno avesse buttato giù un modesto muro di pietre!

Pierpaolo Turitto

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